Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliDal 2 al 30 settembre presso la galleria di Alan Cristea a Londra, non più nella storica sede di Cork Street, bensì nel nuovo bellissimo spazio al 43 di Pall Mall, viene presentata una mostra personale di Emma Stibbon (nata nel 1962 a Münster).
Due sono le caratteristiche principali dell’artista: la sua eccezionale tecnica nel bianco e nero mediante l’uso di matita, carboncino e acquarello; e la sua passione e ricerca per quei luoghi del pianeta ancora difficilmente accessibili dove la natura esprime tutta la sua forza. I lavori in mostra nascono da un soggiorno della Stibbon alle Hawaii, nell’area dei vulcani Kilauea e Mauna Loa, tra i più grandi e tuttora attivi della terra. «Sono attratta, spiega l’artista, dagli ambienti naturali nei momenti di trasformazione o cambiamento. Durante il mio soggiorno sulle pendici del Kilauea ho avuto la netta sensazione di trovarmi in un paesaggio temporaneo, capace di mutare in qualunque momento». Come la spaccatura della terra riprodotta nel grande lavoro intitolato «Broken tumuli» del 2017 (105x194 cm) dipinto con inchiostro, carbone e cenere vulcanica. «Tutto scorre» quindi, come sembra aver detto Eraclito. E proprio per questo Emma Stibbon rende duraturi sulla carta i paesaggi in movimento dei quali vive l’esperienza diretta.
Il prossimo progetto che prenderà avvio in ottobre la vedrà alle pendici dell’Annapurna in Nepal a immortalare i ghiacciai. Le auguriamo buon lavoro, ansiosi di vedere, dopo i vulcani delle Hawaii, le opere che produrrà alle falde della catena dell’Himalaya.
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