Tina Lepri
Leggi i suoi articoliUna vittoria importante: la Certosa di Trisulti, straordinario complesso monastico del 1200, non solo non diventerà l’università mondiale dei sovranisti che odiano l’Unione Europea, ma è stata riaperta al pubblico, gratis, tutti i giorni.
Uno dei luoghi d’arte più belli e ben conservati del nostro Paese si potrà visitare anche sabato, domenica e festivi. In quei giorni meglio prenotare perché il percorso avviene con guide che, grazie alla collaborazione tra Ministero della Cultura e Regione Lazio, permettono di vedere tutti gli ambienti. Si tratta di decine di edifici costruiti tra 1200 e 1700, a formare un gigantesco complesso, immerso nel verde, tra i più grandi d’Europa, che comprende anche la Chiesa di San Bartolomeo con i rari cori lignei.
Molti gli spazi mai visti finora a cominciare dai chiostri e dai giardini (famoso quello all’italiana). Visitabili anche la preziosa biblioteca nazionale e la farmacia che conserva gli armadi con le scatole per le erbe prodotte nella Certosa, l’arredo originale e le vetrine con vasi decorati da complesse simbologie alchemiche. Intensa, nell’800, l’attività della farmacia che esportava in Europa i suoi rinomati medicinali.
In attesa di importanti interventi di restauro, la Certosa di Trisulti è quindi tornata in possesso del Ministero della Cultura dopo due anni di falliti ricorsi al Tar dello stesso Mibact nel tentativo di annullare il contratto firmato nel 2018 con l’associazione statunitense di ultra conservatori cattolici Dignitatis Humanae Institute (Dhi) che faceva capo a Steve Bannon, stretto collaboratore dell’ex presidente Donald Trump. Scopo dell’associazione era quello di trasformare la Certosa in una scuola di sovranismo.
Già nel 2019 un sopralluogo ministeriale aveva verificato che l’associazione non rispettava il contratto e che, ha accertato una sentenza definitiva del Consiglio di Stato del 15 marzo scorso, i documenti presentati dalla stessa associazione di Bannon per ottenere l’assegnazione della Certosa, erano in parte falsi. Il Dhi ha rifiutato per mesi di accettare lo sfratto ma alla fine di luglio 2021 ha dovuto sgombrare.
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