Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Monza. Sono molte le mostre che, in Italia e nel mondo, hanno celebrato l’opera di Robert Doisneau (1912-94). È lui del resto l’autore del bacio più famoso della storia della fotografia, quel «Baiser de l’Hotel de Ville», 1950, che illustra meglio di qualunque trattato storico o sociologico la gioia di vivere del dopoguerra, che non a caso è stato scelto dai parigini dopo le atrocità dello scorso novembre come simbolo della loro ribellione al terrorismo. Non uno scatto rubato, ma il frutto della sua richiesta a una coppia di giovani, per un servizio che stava realizzando per «Life», esemplare della filosofia di questo fotografo «umanista» che diceva: «Volevo mostrare un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che cercavo».
La sua è una Parigi generosa e lieta, in cui va in scena la bellezza del quotidiano, ma è una Parigi tutt’altro che zuccherosa, poiché nei suoi scatti si riverbera il suo spirito libero e indipendente, insofferente al potere e all’autorità. Rispetto alle precedenti esposizioni, «Robert Doisneau. Le merveilleux quotidien» (realizzata da Fratelli Alinari-Fondazione per la Storia della Fotografia e ViDi con il Comune di Monza), all’Arengario di Monza dal 19 marzo al 3 luglio, porta in sé un valore aggiunto: quello di esibire fra le sue 80 fotografie originali esposte, oltre 50 scatti, stampati dall’autore, presentati per la prima volta in Italia. Le immagini vanno dal 1929, anno in cui, a 17 anni, Doisneau scatta la sua prima fotografia, al 1973, quando le periferie parigine e i loro abitanti diventano per lui, che viveva e morì nella banlieue di Montrouge, il suo soggetto preferito. Le immagini esposte sono accompagnate da sue frasi e da una Rolleiflex Standard Alt, identica a quella con cui lavorava.

Robert Doisneau, Autoritratto con Rolleiflex, 1947 © Atelier Robert Doisneau

Robert Doisneau, La diagonale dei gradini, Parigi 1953 © Atelier Robert Doisneau

Robert Doisneau, «L'informazione scolastica», Parigi 1956 © Atelier Robert Doisneau

Robert Doisneau, «Il Bacio dell’Hotel de Ville», 1950 © Atelier Robert Doisneau
Altri articoli dell'autore
È prevista per metà luglio l’apertura del Casva, il Centro Alti Studi sulle Arti Visive che raccoglie una trentina di archivi, con disegni, prototipi e documenti di progettisti (e intellettuali) come Enzo Mari, Vittorio Gregotti, Roberto Sambonet...
Il quarto ciclo di eventi del Biennale delle Orobie della GAMeC punta su Maurizio Cattelan con una mostra in quattro sedi che prevede anche una grande opera pubblica all’aperto
Nel Museo Comunale d’Arte Moderna oltre 30 lavori dell’artista portoghese: «Ci siamo concentrati su opere politiche e problematiche, spesso dure nel loro messaggio, piuttosto che su quelle spettacolari»
Ci son voluti 14 anni per realizzare il primo catalogo ragionato (in due tomi) che raccoglie la produzione dell’artista romano dal 1960 al 1969. Lo racconta il curatore Marco Meneguzzo