Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliAgli Uffizi hanno costruito «Fabbriche di storie». Di che cosa si tratta? Dodici dipinti del museo, da Gentile da Fabriano a Luca Signorelli passando per la «Sant’Anna Metterza» di Masaccio e Masolino e tre Botticelli tra cui la «Primavera», vengono narrati in percorsi in più lingue: italiano, inglese, oltre che alternativamente in arabo, persiano, mandarino, francese e spagnolo. Il progetto è curato da Simona Bodo e Maria Grazia Panigada con il dipartimento «Uffizi accessibili».
Nove cittadini di origine straniera residenti in Italia e quattro operatori museali hanno scritto i testi connettendo ogni dipinto a esperienze personali e temi come l’amicizia, il viaggio, la famiglia, la preghiera. Attrici e attori (tra cui Laura Curino, Lella Costa, Ottavia Piccolo, Marco Paolini e Marco Baliani) interpretano, a titolo gratuito, una storia che si può ascoltare sia in versione sintetica sia integrale (www.uffizi.it/visite-speciali/fabbrichedistorie) con le immagini e i testi.
«È un progetto di mediazione culturale e accessibilità voluto dal direttore Eike Schmidt, che dimostra coraggio, lungimiranza e che fonde due progetti realizzati alla Pinacoteca di Brera, puntualizza Simona Bodo. Più che per immigrati è un programma di innovazione per tutti, dai ragazzi delle superiori agli anziani fino ai turisti stranieri», spiega.
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