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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliLe vestigia delle terme gallo-romane dell’antica Lutetia, della fine del I secolo, che sono inglobate nel Musée de Cluny del Medioevo, sono state restaurate. L’intervento, iniziato nel 2016 e diretto dagli architetti Paul Barnoud e Céline Girard, era diventato urgente dal momento che le pareti cominciavano a sgretolarsi per via delle infiltrazioni d’acqua e che la materia romana cominciava a staccarsi.
Nei punti più fragili le pietre instabili sono state smontate per consolidare la struttura e poi rimontate. Sono state rinforzate le giunzioni e posati telai di protezione della materia antica. L’epidermide della pietra è stata pulita col metodo del microgommage. Poiché la sala interna del Frigidarium era già stata stata restaurata alcuni anni fa, l’intervento si è concentrato soprattutto sulle vestigia esterne del Calidarium e sul recupero di nuovi spazi da aprire al pubblico, come la sala «degli intonaci», con tracce di pittura del I secolo.
Il recupero delle terme rientra nel progetto di rinnovamento generale del museo, «fratello» del Bargello fiorentino, che conserva il famoso ciclo di arazzi fiamminghi «La dama e l’unicorno». Il museo ha chiuso le porte a marzo e riaprirà (parzialmente) a metà luglio (fino al 24 giugno gli arazzi della «Dama e l'unicorno» saranno esposti eccezionalmente nella Art Gallery of New South Wales di Sydney, in Australia). L’accoglienza del pubblico si farà ormai nel nuovo edificio progettato dall’architetto Bernard Desmoulins, che si affaccia sul boulevard Saint-Michel. Resterà chiuso fino al 2020 il palazzo medievale degli abati di Cluny, che ospita la collezione permanente, tutto da restaurare.
Il museo, creato nel 1843, era vetusto: «Diverse opere usciranno dai depositi. L’obiettivo però, sostiene la sua direttrice, Élisabeth Taburet-Delahaye, non è mostrare di più, ma mostrare meglio». Il budget stanziato è di 23 milioni di euro. Nuovi fondi sarebbero necessari per permettere la copertura delle vestigia del Calidarium e il recupero di nuovi spazi, come gli antichi cuniculi con i canali di scolo delle acque, che restano per ora chiusi al pubblico. Le terme sono «una riserva archeologica», spiega il conservatore Michel Huynh. In attesa di scavi futuri.

I resti delle terme romane dopo il restauro. © Alexandra Lebon Alexis Paoli Oppic
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