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Stefano Causa
Leggi i suoi articoliChissà che in estati meno grame un libro del genere, elegante e riquadrato come un 45 giri, non avrebbe dato un piccolo scossone alla nostra cultura; qualunque senso si desideri oggi dare alla parola. Tullio Pericoli fa una lezione su Un digiunatore di Franz Kafka, primi anni Venti del Novecento, meno di una dozzina di pagine che nessuno di noi farà l’affronto di riassumere. La illustra con oltre una trentina di tavole che mettono insieme Klee, Melotti e Osvaldo Licini; includendo, come mediatore fortissimo, Alberto Giacometti.
Nelle viste di Pericoli l’uomo che cammina, anno 1960, è l’unico digiunatore possibile. Chiuso il libro, che si può cominciare rileggendo Kafka, o guardando le tavole di Pericoli oppure usandole a mo’ di commento al racconto, viene il sospetto di trovarsi semplicemente dinanzi a un capolavoro della pittura contemporanea; qualcosa con cui non si stabiliranno nessi automatici. D’altronde quando il più grande pittore italiano vivente (Pericoli: chi altri?) incontra il racconto perfetto decidendo di darne la sua personale versione, il risultato è memorabile.
«Ridurre un testo in disegni, stimolare l’immaginazione, quasi strofinarla, scaldarla»: Pericoli reinventa Kafka in questo che, come tutti i libri che mordono e pungono, mette in moto mille trame. Non so se Kafka sia per definizione non illustrabile. In ogni caso Pericoli lo avrebbe appena smentito. Chi si mette al servizio del digiunatore ne deve reinventare la meticolosa giustezza.
Come il fenomeno da fiera si muova, come si stenda nella paglia o finisca per sprofondarvi. Ora del fatto che l’autore coroni il capitolo, per niente scontato, della fortuna italiana di Klee, dobbiamo ringraziare anche Roberto Calasso che, da storico dell’arte non di riflesso, fece in tempo a promuovere le stupefacenti riletture di Pericoli.
Adelphi adotta caratteri grandissimi come nei libri per bambini in modo da contrappuntare, a sinistra, il testo. Segni contro segni, che si integrano in altri segni. Sempre alla vana ricerca di un consenso (e un senso), il digiunatore scompare nella gabbia. La pantera, che ha preso il suo posto, sbrana quanto le portano i guardiani. E così ricomincia il ciclo.
Un digiunatore di Franz Kafka,
di Tullio Pericoli, 91 pp., ill. col. b/n, Adelphi, Milano 2022, € 24


«L'uomo che cammina» (1960) di Alberto Giacometti
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