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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliDal 24 settembre al 23 ottobre lo spazio multidisciplinare Contemporary Cluster di Giacomo Guidi presenta due prospettive sul design, una che celebra l’oggetto, l’altro che lo mette in discussione. La prima, nella mostra curata dal Centro studi Poltronova, sarà un percorso tra opere di Ettore Sottsass jr (lo specchio «Ultrafragile»), di De Pas, D’Urbino e Lomazzi (la poltrona «Joe»), e poi la produzione recente di Ddl Studio (poltrona «Cessato allarme»), di Franco Raggi («Canton») e di Archizoom (il divano «Superonda», già esposto alla Triennale del 2018). Altri celebri oggetti in mostra sono le lampade di Superstudio, Passiflora e Gherpe e quella di Archizoom, e i divani della serie «Saratoga», disegnati da Elena e Massimo Vignelli.
Nella seconda mostra, «La casa non domestica», a cura di Gabriele Mastrigli, protagonista è l’estetica antifunzionale, ironica e visionaria, influenzata dall’arte concettuale, che spinge l’artista-designer a una lettura critica dell’oggetto. Fu il numero del 1971 della rivista milanese «IN - Argomenti e immagini di design», curato dai gruppi fiorentini Archizoom e Superstudio, ad affrontare per prima il tema della «distruzione dell’oggetto».
Esposti, quindi, le immagini e gli oggetti riportati in quella pubblicazione, tra cui l’impossibile poltrona «Mies» di Archizoom, il «Superbox Torno subito» di Ettore Sottsass jr, la panca «Luxor» di Superstudio e il «Commutatore (dal Sistema Disequilibrante)» di Ugo La Pietra.

Il «Commutatore» (1970) di Ugo La Pietra. Courtesy Archivio Ugo La Pietra
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