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Occidente nipponico

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

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200 xilografie e libri illustrati da Honolulu

 

Arte e costume, società e scambi culturali e commerciali tra Estremo Oriente ed Europa e, in aggiunta, il grande debito artistico contratto con l’arte xilografica giapponese dagli artisti più innovativi dell’ultimo Ottocento, da Monet a Van Gogh, da Degas a Lautrec, tutti sedotti dall’inedito taglio compositivo di quelle stampe e dalle stesure piatte dei colori: è quanto propone la mostra «Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Luoghi e volti del Giappone che ha conquistato l’Occidente», a Palazzo Reale dal 22 settembre al 29 gennaio per il 150mo anniversario del «Trattato di amicizia e commercio» tra Italia e Giappone (25 agosto 1866).

 

La rassegna, curata da Rossella Menegazzo dell’Università degli Studi di Milano, e promossa dal Comune e MondoMostre-Skira, riunisce oltre 200 opere (xilografie policrome e libri illustrati) dell’Honolulu Museum of Art, opera dei tre artisti che meglio di tutti seppero illustrare l’estetica del «mondo fluttuante» (uKiyo-e). Fiorito nel momento in cui la classe mercantile s’impose in Giappone e sostituì all’etica severa dei samurai un nuovo gusto per il divertimento e il piacere, il «mondo fluttuante» suggerì ai suoi interpreti immagini accattivanti dei luoghi più famosi del Giappone, della sua natura spettacolare, della sua tradizione letteraria e teatrale, non meno che delle sue più celebrate bellezze femminili, creando quella che divenne immediatamente (e restò) l’«immagine del Giappone» in Occidente.

 

I tre maestri (rispettivamente 1760-1849; 1797-1858, 1753-1806) fecero a gara nell’ideare nuove soluzioni per soggetti che un mercato vorace voleva che fossero sì sempre gli stessi, ma sempre variati. Così, alle «Trentasei vedute del Fuji» (1830-32) di Hokusai (qui la celeberrima «Grande onda») seguirono nel 1852-58 le «Trentasei vedute del Fuji» di Hiroshige, mentre Utamaro si specializzò nei cicli delle «beltà giapponesi». Durevole la loro eredità, perché a loro si sarebbero ispirati non solo gli artisti successivi e i fotografi, giapponesi e occidentali, del secondo ’800, ma anche i manga e gli anime (film d’animazione) e perfino i tatuaggi e certi gadget di oggi. Alle celebrazioni partecipano anche le Scuderie del Quirinale, l’Ara Pacis e il MaXXI di Roma, ma altre realtà si stanno aggiungendo. 

 

Ada Masoero, 07 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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