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Mostre diffuse nell’intera città (con il «cuore» nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale e approfondimenti nel museo Poldi Pezzoli, in Triennale e nella sua Fondazione), un itinerario attraverso le sue opere pubbliche, incontri e dibattiti: Milano ha festeggiato con calore e riconoscenza i 90 anni di Arnaldo Pomodoro, montefeltrino di nascita ma «milanese» dal 1954. Delle molte sue opere monumentali una, «Ingresso al Labirinto», è più segreta, nota solo a chi, tra il 2005 e il 2011, l’abbia visitata nel sotterraneo dell’ex sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro in via Solari. Benché la Fondazione sia tornata lungo i Navigli, dov’era prima, quella magnifica opera ambientale è rimasta in via Solari, e si può tuttora visitare su appuntamento (didattica@fondazionearnaldopomodoro.it). La si può però conoscere anche attraverso il volumetto, edito da con-fine, che ne rilegge la vicenda creativa da angoli visuali differenti: il primo testo, infatti, è una riflessione dell’antropologa Aurora Donzelli sul tema, antico quanto l’uomo, del labirinto, «luogo di un viaggio esistenziale che, a volte, assume le caratteristiche di un percorso iniziatico». Un luogo reale e spirituale che ha sempre attratto Arnaldo Pomodoro, che non a caso, all’ingresso del suo labirinto (170 metri quadrati divisi in più «stanze», le pareti corrugate dai suoi alfabeti misteriosi, primordiali e futuribili al tempo stesso), ha voluto porre un’iscrizione tratta dall’«Epopea di Gilgamesh», 2500 a.C. circa, dedicata a un re sumero-babilonese: forse il primo testo poetico e allegoricosull’esperienza umana. A Federico Giani, curatore della Fondazione, si deve il documentatissimo testo sulla storia dell’opera ambientale di Pomodoro, frutto di 16 anni di lavoro, mentre Gino Fienga, editore e curatore, scrive l’onirico, visionario testo centrale, denso di suggestioni borgesiane.
L’ingresso nel Labirinto di Arnaldo Pomodoro, di autori vari, 96 pp., ill. colori, con-fine edizioni (con Fondazione A. Pomodoro), Milano 2016, € 12,00
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