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Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliPrima di essere riaperta al culto islamico, lo scorso 24 luglio, la chiesa e poi moschea di Hagia Sophia ha attratto ricercatori di tutto il mondo. Nel corso di un convegno di fine settembre, tenuto proprio nella città sul Bosforo, sono stati presentati i risultati di un progetto internazionale sui sistemi di costruzione impiegati nella basilica poi divenuta moschea, a cui ha partecipato anche l’Università della Calabria.
Tra i vari interventi, quello del professor Hasan Diker ha evidenziato un aspetto molto originale: lo studio dei cunicoli sotterranei dell’edificio, scannerizzati con un sistema tridimensionale.
Il team turco, che fa capo all’ateneo Fatih Sultan Mehmet di Istanbul, ha sfruttato le chiusure settimanali dell’allora museo per introdursi con attrezzature da speleologi in 900 metri di percorsi impervi che avvolgono la struttura, a volte ostruiti da secoli.
I tunnel offrivano un ingegnoso sistema di ventilazione, un antidoto all’umidità. La proposta è quella di restaurarli e ripristinarli: i condizionatori non sarebbero così più necessari.

Un tratto dei cunicoli sotterranei di Hagia Sophia a Istanbul
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