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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliArtista dall’animo cosmopolita (ha vissuto anni a Berlino mentre adesso è fisso a Barcellona), Paolo Maggis (Milano, 1978) col tempo ha sviluppato una ricerca pittorica ai limiti dell’astrazione, percorsa da strati di pittura gestuale, libera da vincoli formali e categorie di sorta. Le sue affascianti tele, il più delle volte di grandi dimensioni, attirano e scuotono contemporaneamente la visione per l’impatto degli elementi rappresentati, sublimati da una pennellata che crea interferenze e distorsioni, introducendo nuovi, possibili, scenari.
La sua nuova mostra da Fabbrica Eos Gallery, dal 24 novembre al 18 gennaio 2024, è stilisticamente più descrittiva e aderente alla realtà rispetto a quanto ci aveva abituato ma reca ugualmente, complici le scansioni tonali e i giochi di luce, i caratteri fondanti la sua poetica. La pelle, evocata dal titolo del percorso («Sulla pelle») è la trama emotiva in cui si avvertono le «vibrazioni» del corpo e parimenti la superficie pittorica, campo d’azione su cui permangono gesti forti e nervosi.
«Sulla Pelle… La pelle come tela, la tela come pelle… la pelle che diventa la superficie dove emergono gli stati dell’animo, quindi le emozioni, i sentimenti, i pensieri e la tela che diventa la pelle della pittura, che ci introietta nei sedimenti, nelle velature, nelle profondità del gesto», racconta l’artista, che a proposito del nuovo progetto dice:«É una mostra che torna all’immagine, perché l’immagine é poesia, racconto senza fine, é la verità di noi che siamo corpo. É la nostra debolezza, il nostro tormento, la nostra sublime meraviglia ed il nostro splendore. Ad un certo punto ho sentito la necessità, anzi l’incombenza, di qualcosa che fosse di nuovo reale. Di una forma fisica, di qualcosa che arrivasse dalla vita e riportasse il mio lavoro alla vita. Ho avuto bisogno di guardare in faccia ció che amo e ció che odio, dove odio si intende quel sentimento che respinge qualcosa in maniera totale e decisa, per poter difendere ció che realmente si ama… insomma, l’essere umano».
Fondamentale per lo sviluppo del lavoro di Maggis, sempre trasversale e che guarda ai diversi linguaggi dell’arte, è stata l’amicizia con Bigas Luna con cui ha portato avanti idee e progetti sino alla scomparsa del cineasta. Nel gennaio 2018 è stato pubblicato il suo libro di poesie, Il nome di Dio, mentre attualmente scrive a quattro mani con Davide Rondoni la rubrica Arte e libertà per il magazine di letteratura «Satisfiction». La personale da Fabbrica Eos Gallery, che racchiude una dozzina di oli su tela, anticipa la prossima del 3 dicembre alla Pescherie della Rocca Estense a Lugo (RA), curata da Massimiliano Fabbri e con la partecipazione di Davide Rondoni, e il prossimo libro, Tremore, che accoglierà al suo interno una quarantina di opere dipinte tra il 2020 e 2023.
«Dancer 4» (2023) di Paolo Maggis
«Caress you» (2022) di Paolo Maggis
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