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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliÈ un omaggio al pittore e allo stesso tempo una «première» sugli inizi della sua produzione, dedicata alla fotografia, la mostra alla galleria Cinquantasei «Luigi Pellanda. 30 anni d’arte. Photo Limited Edition».
Il gallerista Estemio Serri e lo storico dell’arte Claudio Spadoni hanno ordinato dal 22 ottobre al 16 novembre una cinquantina di opere che tracciano l’intero percorso artistico di Pellanda (Bassano del Grappa, 1964). Ma la parte che forse maggiormente interesserà la critica sarà la decina di fotografie a tiratura limitata relative agli inizi dell’attività di Pellanda. L’artista, infatti, è conosciuto come pittore iperrealista, ma coltiva la passione per la fotografia dagli anni Ottanta, epoca in cui si dedica a immagini della fauna lungo il fiume Brenta. Da questi scatti nascono i suoi primi dipinti raffiguranti animali nel loro ambiente naturale, mentre nel decennio successivo inizia la ricerca sulla natura morta.
Come spiega lo stesso artista, «negli anni Novanta mi dedicai intensamente alla pittura e la fotografia è sempre stata il primo passo che precede il disegno e la pittura. D’altronde con i tempi d’esecuzione dei miei certosini dipinti non potevo certo pretendere che un cavolo non deperisse, rimanendo intatto per settimane. Oggi, con il digitale è tutto più semplice e comodo». Ad accompagnare l’esposizione un volume con testi di Rossana Bossaglia, Mariastella Margozzi, Claudio Spadoni ed Estemio Serri.
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