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Una veduta della Rocca Possente di Stellata, attuale frazione di Bondeno (Fe)

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Una veduta della Rocca Possente di Stellata, attuale frazione di Bondeno (Fe)

Messa in sicurezza la Rocca Possente amata da Lucrezia Borgia

Un recupero complessivo della Rocca estense ha ovviato ai danni del terremoto e al dissesto strutturale causato da un improvvido intervento degli anni Settanta

Stefano Luppi

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La Rocca Possente di Stellata, attuale frazione di Bondeno (Fe) in quello che era il confine a est del ducato estense fino al 1598, quando i territori ferraresi vennero ceduti alla Chiesa e la capitale spostata a Modena, era molto amata da Lucrezia Borgia (1480-1519), come attestano documenti estensi conservati all’Archivio di Stato di Modena. In particolare in una lettera dell’8 ottobre 1510, scritta in codice segreto dalla figlia di papa Alessandro VI ad Alfonso I d’Este (lettera svelata nel 2014 dallo studioso Daniele Palma), la duchessa comunica al marito che la Rocca Possente è caduta nelle mani dei veneziani alleati di papa Papa Giulio II. Un avamposto importante, dunque, documentato in loco fin dal XIV secolo (l’edificio attuale è cinquecentesco con innesti moderni), che nel maggio 2012 era stato pesantemente danneggiato dal sisma. 

Il recente recupero, il primo dopo un intervento eseguito con ampia libertà interpretativa nel 1973, è stato guidato dall’architetto Vincenzo Vandelli e dall’ingegner Giorgio Serafini, e si è articolato in due stralci. Costo complessivo un milione e 255 mila euro: fondi statali messi a disposizione in larga parte dal Commissario regionale per la ricostruzione postsisma integrati da donazioni.

I lavori hanno riguardato tra l’altro il miglioramento sismico dell’antica struttura, la pulitura delle pietre, l’analisi strutturale e l’installazione di un sistema di rinforzo non invasivo chiamato «ragno metallico». Spiegano i progettisti: «La particolare struttura a stella a quattro punte della rocca è ancora leggibile in tutte le sue parti nonostante i rimaneggiamenti e il restauro degli anni Settanta: l’edificio è infatti costituito da un unico corpo in laterizio cotto suddiviso in tre livelli cui si aggiunge un sotterraneo, un tempo suddiviso in celle tanto che abbiamo scovato tracce di graffiti, che abbiamo liberato dal fango accumulato nel tempo dalle esondazioni del vicino fiume Po. La parte sommitale è invece stata largamente ricostruita nel secolo scorso, mentre è del Cinque-Seicento la bella canna fumaria. Tra le varie problematicità che abbiamo affrontato c’era il grave dissesto strutturale del piano di guardia della rocca, le finiture e i materiali inadeguati adottati in passato per la ricomposizione del parapetto e della pavimentazione, la riconfigurazione della copertura a volta, la salvaguardia di alcune finestrelle ad asola dette anche “fuciliere" e appunto i graffiti trovati al piano interrato. Il nostro intervento è stato così improntato al restauro conservativo della rocca, riconducendo l'edificio alla sua configurazione il più vicino possibile “all’originaria”, grazie alla eliminazione delle stratificazioni con gli elementi considerati incongrui. Per le ricostruzioni e le integrazioni sono stati utilizzati in parte materiali di recupero, ma soprattutto laterizio di nuovo acquisto e infine abbiamo inserito sistemi di incatenamento al fine di eliminare le spinte delle volte». 

Una veduta interna della Rocca Possente di Stellata, attuale frazione di Bondeno (Fe)

Una veduta interna della Rocca Possente di Stellata, attuale frazione di Bondeno (Fe)

Stefano Luppi, 25 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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