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Le rughe dei quarantenni

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Jenny Dogliani

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L’elevato numero di gallerie (190 contro le 126 del primo anno della direzione Verzotti-Spadoni nel 2013), l’aggiunta di un terzo padiglione (dedicato a monografiche, fotografie e nuove proposte) e la scarsità di gallerie straniere (solo 23) hanno fatto della 40ma ArteFiera, aperta dal 29 gennaio al primo febbraio, un’edizione non pienamente convincente, almeno a detta di alcuni importanti espositori, complice anche l’instabilità finanziaria del momento. La pensava così il milanese Matteo Lampertico: «Bisognerebbe guardare meno al ricavo dell’affitto degli spazi e più all’accuratezza della selezione. Le vendite per quanto mi riguarda sono discrete, senza grandi punte, forse per la preoccupazione della stabilità dei mercati e della borsa. Mancano gallerie e collezionisti stranieri, a disagio in un contesto non abbastanza qualificante».

Nel suo stand opere di Simeti, Melotti, Bonalumi, Fontana, Alviani, Dorazio, de Chirico, Consagra e Castellani con prezzi fino a oltre un milione di euro. E proprio gli artisti italiani storici erano quelli più rappresentati. Scheggi e Bonalumi in primis, ma anche Castellani, Burri, Fontana, Capogrossi, Arte povera, Optical art e Transavanguardia, con prezzi che sfioravano ripetutamente i 2 milioni di euro. Tra opere di Consagra, Vedova, Afro, Scialoja, Giuseppe Gallo, Gastini e Ontani da 10mila a 700mila euro, «discretamente soddisfatto delle vendite» si dichiarava Filippo Di Carlo della Galleria dello Scudo di Verona, che lamentava però «un pubblico meno incline agli acquisti dell’anno scorso, complici le turbolenze economiche, politiche e finanziarie. Va meglio, la fascia da 75mila a 150mila euro». Nella stessa forbice di prezzi lavorava anche Alessandro Galli di Robilant+Voena di Milano: «Abbiamo venduto a collezionisti italiani artisti da 70mila-80mila euro, non le opere da un milione».

Tra le sue proposte opere di Sarri da 8mila a 40mila euro e poi Castellani, Bonalumi e Scheggi a sei zeri. «I collezionisti che hanno più potere d’acquisto sono gli americani e gli asiatici, ma qui vediamo solo italiani», precisava Carlo Repetto di Londra. Le vendite sono tranquille, si lavora sino a 500mila euro, oltre non è possibile per la fiera di Bologna». Più positivo il riscontro di Roberto Casamonti della tornabuoniArte di Firenze, Milano e Forte dei Marmi: «È una fiera piena di collezionisti e appassionati. Sotto il profilo della valorizzazione del mercato dell’arte è andata benissimo. Abbiamo venduto qualcosa e altre opere sono ancora in trattativa»: nel suo stand Fontana, Boetti, Burri, Accardi, Castellani, Pistoletto, Scheggi, Campigli e Pomodoro fino a 2 milioni di euro.

Fiera «interessante per la qualità di espositori e abbastanza positiva per le vendite su tutte le fasce di prezzo» anche per Leonardo Farsetti della Galleria Frediano Farsetti di Firenze, con Balla, Rosai, Indiana, Chagall, Klee, de Chirico, Fontana, Calzolari, Bonalumi e Alberto Biasi da 50mila a 2 milioni di euro. Scendevano i prezzi e aumentava la soddisfazione negli stand del contemporaneo, dove erano assenti, quasi del tutto, video e installazioni. Una sorridente Lia Rumma (Napoli e Milano), tra Beecroft, Migliora, Monterastelli, Kentridge, Kosuth e Spalletti da 15mila a 200mila euro, affermava: «Sta andando benissimo, c’è una forte presenza dell’arte italiana, con un bel collezionismo di alto livello che non si vedeva da anni, c’è molto interesse per gli artisti storicizzati, ma anche i giovani stanno andando bene». Anche per Paola Verrengia «il mercato sta andando un po’ meglio», ma per la gallerista salernitana, che proponeva opere dai 3mila euro in su, «si vendono meglio gli artisti più affermati, mentre per i giovani c’è poca voglia di rischiare».

Pareri contrastanti, infine, nel terzo padiglione, dislocato un po’ al di fuori del percorso abitualmente seguito dai visitatori di ArteFiera, e la cosa ha destato qualche polemica. Qui Lucio Maloni della Maloni Arte Contemporanea di San Benedetto del Tronto, che aveva allestito dipinti di Schifano da 13mila a 100mila euro, si diceva «soddisfatto della fiera e delle vendite, in media con gli altri anni», mentre Benedetta Acciari, dell’Ex Elettrofonica di Roma, con opere di Michela De Mattei e di Flavio De Marco da 1.500 a 17mila euro, dichiarava «penalizzante il nuovo padiglione distaccato». 

Jenny Dogliani, 01 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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