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La nuova sfida americana di Burri

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Il 10 giugno è stata presentata a Milano, sotto l’affresco di Giovanni Battista Tiepolo in Palazzo Clerici, la mostra curata da Emily Braun (con Megan Fontanella e Carol Stringari) che il Solomon R. Guggenheim Museum di New York dedica dal 9 ottobre al 6 gennaio prossimi ad Alberto Burri (1915-95), nel centenario della nascita: cento opere capitali, riunite in quella che è la più grande rassegna dell’artista umbro mai realizzata negli Stati Uniti: «Sono trascorsi 35 anni dall’ultima retrospettiva di Burri al Guggenheim di New York, ma allora la mostra occupava tre sole rampe del museo, ha precisato la Braun, studiosa statunitense tra i massimi esperti in arte moderna italiana. Ora invece il percorso si snoderà su tutte le sei rampe, esponendo opere che dai primi “Catrami” giungeranno fino ai “Cellotex” degli ultimi anni».  Intitolata «The Trauma of Painting» e realizzata in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri presieduta da Bruno Corà, con la determinante partnership di Lavazza, la rassegna si propone di rileggere la complessità e la novità del processo creativo di Burri in un’ottica internazionale, «rivedendo la tradizionale letteratura sugli scambi culturali tra Stati Uniti ed Europa negli anni Cinquanta e Sessanta: la tattilità del suo lavoro, fatto di sacchi di juta strappati e rammendati, tele con gobbe in rilievo e plastiche industriali fuse, spiega la Brown, anticipa il Post minimalismo e il movimento artistico femminista degli anni Sessanta, mentre i suoi “monocromi materici” rossi, neri e bianchi sfidano i concetti di purezza linguistica e semplificazione delle forme tipici del modernismo formalista americano». La sua è un’arte processuale e il suo realismo è basato sulla materia, aggiunge la curatrice, ma «se è vero che le sue opere, alludendo spesso a corpi, pelli, membrane e ferite, possono rinviare all’Informale, non va dimenticato che Burri, al contrario degli artisti appartenenti a quella corrente, supera l’uso del colore e del pennello per servirsi della realtà fisica dei materiali. Allo stesso modo, benché utilizzi dei ready made, non può essere annoverato tra i New Dada: la sua è una posizione unica, e molto influente, nel panorama dell’arte del XX secolo».

La mostra riunirà numerosi «Sacchi», opere ben note al pubblico d’Oltreoceano, ma allinea anche lavori meno conosciuti fuori d’Europa e qui presentati estesamente, come i «Catrami», le «Muffe», i «Gobbi», i «Bianchi» («per la prima volta esposti come una serie coerente», sottolinea la Braun); i «Ferri» («con le saldature che seguono gli stessi principi delle suture dei “Sacchi”»); le «Combustioni plastiche» («appese al soffitto come voleva lui, per farne apprezzare le trasparenze»); i «Cretti» («una modalità già praticata prima, ma poi suggeritagli nella grande dimensione dal deserto della California, quando dal 1963 prese a trascorrere sei mesi all’anno a Los Angeles, con la moglie americana Minsa Craig») e i «Cellotex» dell’ultima stagione. Nella sezione dei «Cretti» un video della regista Petra Noordkamp condurrà il visitatore «dentro» il «Grande Cretto» di Gibellina (1985), l’opera-memoriale di Land Art realizzata da Burri sulle rovine della città siciliana rasa al suolo dal terremoto del 1968, appena completata dal Comune di Gibellina, sul progetto originale di Burri.
Sempre organizzato e promosso dalla Fondazione Palazzo Albizzini, il 26 e 27 giugno si è tenuto a Città di Castello il convegno-mostra «Au rendez-vous des amis», con una sessantina di artisti internazionali (tra gli altri, Stephan Balkenhol, Gianfranco Baruchello, Gianni Caravaggio, Lawrence Carroll, Enrico Castellani, Marco Gastini, Emilio Isgrò, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Masbedo, Eliseo Mattiacci, Hidetoshi Nagasawa, Hermann Nitsch, Nunzio, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Michelangelo Pistoletto, Santiago Sierra, Nedko Solakov, Ettore Spalletti, Marco Tirelli e Gilberto Zorio) e dieci direttori di musei europei riuniti in tavole rotonde per discutere di temi relativi all’arte contemporanea, mentre la mostra delle opere degli artisti partecipanti è allestita fino al 18 ottobre negli ambienti del Palazzo Vitelli a Sant’Egidio di Città di Castello


Nelle prossime settimane sarà infine in libreria il nuovo Catalogo generale di Burri in sei volumi e nel prossimo novembre l’Università degli Studi di Perugia dedicherà all’artista il convegno «Materia Forma Spazio». 

Ada Masoero, 21 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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