Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliSi è concluso il restauro del Polittico della Pieve di Santa Maria di Arezzo su cui tra il 1320 e il 1324 Pietro Lorenzetti dipinse la Madonna con il Bambino e i santi Donato, Giovanni Evangelista, Giovani Battista e Matteo, l’«Annunciazione» nel registro superiore e l’«Assunzione della Vergine» nella cuspide. Il polittico mostra la lezione di Giotto ricevuta da Pietro ad Assisi, ma anche i rapporti con Giovanni Pisano per l’enfasi drammatica di certe pose. Sebbene abbia conservato la sua collocazione originaria, l’opera è stato però privata della cornice monumentale e della predella descritta da Vasari con «molte piccole figure piccole tutte veramente belle e condotte con buonissima maniera».
Commissionato il 17 aprile del 1320 dal vescovo Guido Tarlati di Pietramala, signore della città dal 1321, e firmato, il polittico doveva per contratto avere colori pregiati, in campi dorati con oro da cento fogli a fiorino. Ripulito nella seconda metà dell’Ottocento, fu sottoposto a un vero restauro nel 1916 per mano di Domenico Fiscali e nel 1976 (dopo che era stato vittima di un tentativo di atto vandalico) ad opera di Carlo Guido e della falegnameria Nespoli, sotto la direzione di Anna Maria Maetzke della Soprintendenza aretina.
Oltre a rimuovere colonnini falsi applicati a inizio secolo, furono tolte con solventi troppo forti, come in uso al tempo, le vecchie e pesanti vernici bituminose, mentre non si intervenne a fondo sulla pulitura dell’oro. Il restauro odierno, eseguito da Paola Baldetti, Marzia Benini e Isabella Droandi dello studio R.i.c.e.r.c.a. di Arezzo sotto la direzione di Paola Refice della Soprintendenza è consistito nel trattamento del supporto per preservarlo dagli sbalzi climatici e nella rimozione delle resine alterate dal restauro del ’76.
La pulitura con solventi organici soluzioni acquose ed emulsioni si è svolta in due fasi, seguite dalla stuccatura e dal restauro pittorico a selezione cromatica prevalentemente a colori ad acquarello, fino al recupero della brillantezza dell’insieme e di una notevole leggibilità. È stata inoltre fatta un’ipotetica ricostruzione digitale della complessa macchina scenografica.

Il polittico di Pietro Lorenzetti dopo il restauro
Altri articoli dell'autore
La Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze ha riunito circa 150 opere provenienti da oltre 60 tra musei e collezioni private riuscendo a «ricomporre pale smembrate dall’epoca napoleonica grazie a prestiti eccezionali»
Mentre a fine settembre inaugura la grande mostra su Beato Angelico, il direttore generale del museo fiorentino anticipa in esclusiva a «Il Giornale dell’Arte» l’esposizione che la prossima primavera sarà dedicata al rapporto dell’artista americano con la città
Resta l’amarezza di notare che Firenze, a differenza di altre città europee, pur avendo vantato nel Rinascimento un primato nell’architettura, non abbia oggi una visione complessiva della contemporaneità
Il restauro ha riportato in luce sotto una ridipintura scura i vivaci colori di una delle icone più celebri e venerate nel Medioevo in quanto ritenuta il ritratto di Cristo, da oltre mille anni nella Cattedrale di Lucca