Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliNella New York underground di fine anni Sessanta-inizio anni Settanta prende forma la fotografia potente e provocatoria di Robert Mapplethorpe. Dell’artista morto per Aids a 46 anni nel 1989 da Franco Noero è in mostra nella sede di piazza Carignano 2 sino al 28 gennaio una novantina di immagini. Realizzata con il contributo della The Robert Mapplethorpe Foundation, con cui la galleria collabora dal 2012 come unica rappresentante italiana dell’artista, la rassegna ripercorre tutti i temi nella sua produzione, dai nudi maschili e femminili ai ritratti delle celebrità di cui riesce a cogliere sguardi inafferrabili ed espressioni enigmatiche, dai fiori morbidi e sensuali che evocano con rarefatta eleganza le parti più intime del corpo ai lavori cupi dell’ultimo periodo.
 Negli spazi di via Mottalciata 10/b è invece di scena dal 2 novembre al 15 gennaio una personale di Henrik Olesen, ironico artista concettuale nato in Danimarca nel 1967 e residente a Berlino, che indaga le strutture del potere e le dinamiche della conoscenza. Il titolo «After Dhalgren» richiama il romanzo fantascientifico Dhalgren scritto da Samuel R. Delany nel 1974, ove mettendo in discussione i meccanismi logici della scrittura, l’autore esamina il rapporto tra finzione e realtà, etnie e generi sessuali, integrazione, omologazione ed emarginazione. Sono temi che ricorrono in molte delle installazioni di Olesen, realizzate con assemblaggi di oggetti trovati, testi, collage e poster.
Altri articoli dell'autore
Nella nave spaziale ideata da Luigi Fassi, Artissima mette al centro la materia e il corpo come misura del mondo. Tra ceramiche, terre, tessuti e silicone, l’arte è una presenza viva che dialoga con il reale, assume il ritmo della natura e restituisce verità alle cose
Scomparso a 91 anni il celebre fotografo partenopeo
Main partner di Artissima, il gruppo bancario offre un’anteprima della prossima mostra in Gallerie d’Italia-Torino: una selezione di lavori di Anastasia Samoylova. E nella sala immersiva del museo il progetto speciale «The Screen is a Muscle» curato da Luca Lo Pinto
Antonio Grulli ci racconta la città attraverso le sue Luci d’Artista, un laboratorio di arte pubblica e di innovazione urbana, un modello unico fondato su competenze tecniche, dialogo tra istituzioni e imprese, commissioni di opere e relazioni internazionali e con un forte radicamento sociale
 
                             
                             
                             
                             
                             
                             
                             
                    


