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l'isola di Stromboli e Strombolicchio foto di Sebastiano Cannavò

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l'isola di Stromboli e Strombolicchio foto di Sebastiano Cannavò

Si chiama Vulcana il cuore artistico di Stromboli

Nella più selvaggia delle Isole Eolie, dal 10 al 13 luglio la prima edizione di Vulcana, un festival diffuso con le opere di 21 artisti, molte realizzate in residenza, opere, concerti, incontri e performance

Jenny Dogliani

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Con i suoi 926 metri sul livello del mare, è tra i vulcani più attivi al mondo. Eruzioni regolari e frequenti di bassa intensità, chiamate stromboliane, ne caratterizzano la forma e l’aspetto in superfice, da almeno 2mila anni, mentre la parte sommersa ha più di un milione di anni. Ma quella vulcanica non è l’unica attività di Stromboli, la più selvaggia delle Isole Eolie, dove di notte, grazie alla voluta assenza di illuminazione pubblica, ci si può immergere nella volta celeste e contemplare la scia luminosa della Via Lattea. Stromboli, meta amata da artisti, intellettuali e creativi sin dai tempi di Roberto Rossellini che con Ingrid Bergman nel 1949 ha immortalato l’isola vulcanica nel celebre film Stromboli, terra di Dio, è diventata in anni recenti un crocevia di festival del cinema, rassegne di cortometraggi o film indipendenti, incontri letterari, concerti, laboratori teatrali e di scrittura e mostre d’arte contemporanea internazionali organizzate da fondazioni o gallerie legate all’ambiente artistico internazionale. Tra queste «Vulcana», un nuovo appuntamento artistico diffuso, in calendario dal 10 al 13 luglio 2025. Curato da Luca Lo Pinto e fondato da Manuela Morandi, già organizzatrice del Premio Stromboli, «“Vulcana” segue idealmente le tracce dell’eredità intellettuale dell’isola di Stromboli, coinvolgendo esponenti della scena culturale contemporanea italiana e internazionale per dare vita a un progetto trasversale e interdisciplinare», spiegano gli organizzatori. 
Ventuno artisti sono stati invitati a produrre performance, interventi interdisciplinari e opere in dialogo con l’ambiente incontaminato e le atmosfere dell’isola, in parecchi casi dopo un periodo di residenza. Un itinerario artistico che attraversa Stromboli con tappe allestite in luoghi pubblici e privati: un moderno anfiteatro che ha come sfondo Strombolicchio (la porzione più antica del complesso vulcanico), la canonica della Chiesa di San Bartolo, le residenze messe a disposizione da Nicoletta Fiorucci Foundation e da TAGLI e Casa Carrubo, già abitata da Giovanni Anselmo che qui, nella forza naturale dell’isola, ha trovato, negli anni Sessanta, la fonte primigenia dell’Arte Povera.

 

Jonathan Monk, The Same Event Seen From Two Different Angles, 2025

VipraSativa, performance

Gli artisti selezionati per la prima edizione compongono una comunità alla base di quello che intende diventare un appuntamento annuale fisso, un festival vivo che si anima ogni giorno con incontri e improvvisazioni. Tra gli artisti invitati Jonathan Monk, britannico, classe 1969, ha realizzato il dittico fotografico The Same Event Seen From Two Different Angles, 2025, due fotografie vintage, stampate su tessuto ed esposte in un giardino dell’isola, ritraggono un uomo seduto a sua volta in un giardino, creando un gioco di slittamenti spazio temporali. Nelle due immagini c’è la stessa scena vista da due angolazioni diverse, ciò che cambia in realtà non è la scena, ma la prospettiva da cui la si osserva: la seduta è rotta, l’uomo è appoggiato a terra, nella ripresa di schiena non è possibile coglierne la reazione, lo stato d’animo è il nostro proiettato nella medesima situazione; nella ripresa frontale, invece, si vede l’uomo reagire con un sorriso a quel piccolo e divertente «incidente». Una convergenza di prospettive è invece alla base della performance di Industrial Indipendente, collettivo romano formato da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri. Il loro intervento mira a creare un microhabitat partendo dall’idea di un tempo «non produttivo», un mondo alternativo basato su ritmi naturali e meccanismi di condivisione, che coglie appieno lo spirito della comunità isolana; composta da circa 500 persone, la comunità isolana vive immersa in un tempo non lineare, legato ai cicli della natura e alla dimensione dell’attesa e della trasformazione, dove tutto si svolge al cospetto di «Iddu»: così i residenti chiamano il vulcano riconoscendo in ciò che li lega a «lui» non solo una relazione naturale, ma anche culturale e fisica. 
 

La Sciara del fuoco di Stromboli di notte foto di Sebastiano Cannavò

Il vulcano sprigiona un’energia vitale e mortifera, produce una terra fertile e inospitale. Sospeso tra due opposti, alimenta un immaginario fatto di storie passate, visioni, fantasmi, ossessioni, elementi che ritornano in Hunting, opera filmica prodotta nel 2020 da John Menick, che ha montato spezzoni di una cinquanta di film di oltre settant’anni di storia del cinema horror: fughe notturne, luoghi misteriosi, spazi domestici che diventano scene di terrore, vissute all’ombra di un demone di fuoco. L’installazione Museum for Preventive Imagination di Vipra Sativa, è invece composta da formazioni ibride, paesaggi sonori ed emotivi che ridefiniscono il modo di abitare e concepire lo spazio, trasformandolo in un organismo sensibile e reattivo, proprio come l’isola viva che lo accoglie. Più evanescente e onirico il paesaggio mentale Io da sogno – Deformazione di un paesaggio da sogno, 2023, di Michele Ferrari, dove una cornice di legno delimita uno spazio evaporato, indefinito, fluttuante, come i vapori che emergono dal suolo, segno dell’incessante attività del vulcano, del suo respiro. E poi ancora, opere dell’americano Tony Cokes, della performer tedesca Hanne Lippard, in dialogo con il compositore Renato Grieco, disegni e fotografie di Alessandro Cicoria e visioni cinematografiche dell’artista e regista franco-britannica Beatrice Gibson, Nick Gordon e Pauline Curnier-Jardin, il duo VEGA (Francesca Pionati e Tommaso Arnaldi), Clara Hastrup, Valerie Giampietro e altri ancora. Tutti gli appuntamenti saranno a ingresso libero.

John Menic, Haunting, 2020

Jenny Dogliani, 25 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Si chiama Vulcana il cuore artistico di Stromboli | Jenny Dogliani

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