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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliNel 2016 l’Archivio del Moderno di Mendrisio ospitava un convegno nell’ambito del progetto di ricerca «L’impresa Fontana tra XVI e XVII secolo», rivolto al ruolo dominante svolto nella Roma Sistina dai fratelli ticinesi Giovanni e Domenico Fontana, figure paradigmatiche di architetti imprenditori che furono in grado di dirigere, con innovativi criteri economici e gestionali, le maggiori imprese edili volute da Sisto V.
Ora un volume a cura di Maria Felicia Nicoletti e Paola Carla Verde raccoglie dieci saggi presentati in quel simposio. Il libro appunta la sua attenzione sull’aspetto tecnico, sociale ed economico della pratica edilizia tramite l’analisi di conti, registri di spesa, contratti di appalto; strumenti che offrono un prezioso repertorio del gergo di cantiere dell’epoca.
Tre le sezioni tematiche: i cantieri romani anticipatori della stagione sistina, come il completamento del Belvedere Vaticano alla morte di Bramante (nella foto un disegno di Giovanni Battista Naldini); i cantieri non romani, come la costruzione della facciata della Basilica di Loreto; infine i cantieri diretti dai Fontana a Roma e nel Regno di Napoli, questi ultimi esemplificati dalle regie cappelle di Sant’Andrea ad Amalfi e San Matteo a Salerno, nei quali i ticinesi introducono, sia dal punto di vista formale che dell’impiego dei materiali, i modelli felicemente sperimentati nella città papale.
Pratiche architettoniche a confronto nei cantieri italiani della seconda metà del Cinquecento, a cura di Maria Felicia Nicoletti e Paola Carla Verde, 265 pp., ill. b/n, Officina Libraria, Milano 2019, € 25,90

Un disegno di Giovanni Battista Naldini: «Veduta del cortile del Belvedere», 1558-61
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