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Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliLudwig Pollak è stato un archeologo, un mercante d’arte e un collezionista che ha trovato la morte in un campo di concentramento, dopo che vi era stato deportato a seguito dell’arresto in occasione del rastrellamento del 16 ottobre 1943 avvenuto a Roma. Da archeologo fu autore di scoperte notevoli, tra le quali il ritrovamento e il riconoscimento del braccio mancante della statua del Laocoonte.
Ora viene pubblicato il romanzo Le ultime ore di Ludwig Pollak di Hans von Trotha. L’autore ne ripercorre la vita immaginando che sia lo stesso Pollak a raccontarla al professore tedesco K., inviato dai vertici del Vaticano per cercare di salvarlo: gli anni giovanili (era nato il 14 settembre 1868), trascorsi a Praga; quelli di formazione avvenuta a Vienna; quindi l’arrivo a Roma e gli incontri con i maggiori collezionisti del tempo.
Poi l’allontanamento dall’Italia durante la prima guerra mondiale in quanto cittadino di una nazione nemica; il ritorno nella capitale italiana nel 1919 e gli anni, sempre più difficili, che portarono al tragico epilogo della sua vita: Pollak, ormai settantacinquenne, scelse di non lasciare la sua casa in piazza Santi Apostoli al numero civico 88. L’autore ne ricostruisce la personalità con cura e sensibilità lavorando sulla documentazione di archivio che si è conservata. «Proprio quando tutto finisce. Bisogna raccontare», fa dire al protagonista quasi al termine del romanzo. q
Le ultime ore di Ludwig Pollak,
di Hans von Trotha, traduzione di Matteo Galli, 200 pp., Sellerio Editore, Palermo 2022, € 14

Il braccio del Laocoonte ritrovato da Pollak
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