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Il principe e il Big Bang

Jenny Dogliani

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Edificata sul finire del XVI secolo, modificata negli anni ’40 del Settecento dal principe Raimondo di Sangro, che la disseminò di simboli massonici ed esoterici, la Cappella di Sansevero (museo dal 1996) ospita fino al 20 luglio «Da lontano» di Giulio Paolini (1940). Si tratta di un’installazione in due parti realizzata in collaborazione con la galleria Alfonso Artiaco per gli interni barocchi dell’edificio, nell’ambito della terza edizione di «MeravigliArti», una rassegna voluta da Fabrizio Masucci e diretta da Paolo Servillo che mescola musica, arte, teatro e letteratura. Due teche di plexiglas trasparente sono posizionate una di fronte all’altra: la prima (nella foto) contiene il calco in gesso di una mano chiusa che stringe una fotografia del pianeta Terra ed è appoggiata su due fogli quadrati di acetato in cui sono riprodotte le geometrie del pavimento della Cappella; nella seconda la mano è collocata in verticale, è aperta e sostiene i frammenti di un’immagine del Big Bang incollata al centro dei medesimi fogli di acetato, sovrapposti, però, a creare una stella a otto punte, antico simbolo occulto che indica la presenza di forze opposte come ordine e caos, spirito e materia, creazione e distruzione. In questo modo l’artista riflette sul mistero dell’origine dell’universo, sulle forze che lo regolano e sull’impossibilità di osservarlo e comprenderlo pienamente. 

Jenny Dogliani, 21 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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Il principe e il Big Bang | Jenny Dogliani

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