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Nel giorno (7 aprile) in cui si aprono al pubblico le sale completamente rinnovate del Musec, Museo delle Culture di Lugano, s’inaugura anche «Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento» (fino al 28 luglio), mostra promossa con il Museo Nazionale Romano e con Electa.
Dopo il debutto a Roma, nelle Terme di Diocleziano, dove si è chiusa nello scorso gennaio, la mostra, curata dal direttore del Musec Francesco Paolo Campione con Maria Grazia Messina, rilegge il magico momento in cui, all’inizio del XX secolo, la scoperta delle arti extraeuropee innescò una rivoluzione formale nella scultura (e nell’intera arte) europea, offrendo una risposta al nuovo bisogno degli artisti più sperimentali di affrancarsi dalle leggi accademiche, che imponevano di inseguire la verosimiglianza.
I maestri delle avanguardie dei primi anni del ’900, da Picasso a Derain, da Jean Arp a Ernst Ludwig Kirchner, Jacques Lipchitz, André Masson, Man Ray e molti altri, anche delle generazioni successive (come Lucio Fontana, Marino Marini, Alberto Giacometti, Louise Nevelson, Arnaldo Pomodoro, Piero Manzoni e altri, molti dei quali davvero inaspettati) attinsero dall’arte che allora si definiva «primitiva» un repertorio formale capace di esprimere una nuova, intensa carica vitale e di rivelare la propria interiorità. Insieme alle loro opere, sono esposti numerosi capolavori di arte etnica e popolare databili tra il XVIII e l’inizio del XX secolo, e una scelta di opere precolombiane.

Il direttore del Musec Francesco Paolo Campione, cocuratore della mostra «Je suis l'autre» insieme con Maria Grazia Messina
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