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La mostra «Santomaso. La Musica del Colore», presentata dalla Galleria Blu fino al 12 febbraio, rende omaggio con il suo titolo all’omonimo dipinto del 1987 dell’artista veneziano, esposto nel 1993 al Fritz Winter Haus di Ahlen. Era un titolo felice, che sintetizzava i fondamenti della pittura di un artista che amava costruire i suoi lavori con «variazioni sonore di colore», con le quali evocava atmosfere intrise dei ritmi e delle armonie della musica veneziana.
L’opera di Santomaso (1907-90) è stata profondamente segnata dalla sua città, di cui spesso citava nei dipinti le architetture, seppure con segni lievi e allusioni cifrate, obbedendo a un processo creativo poetico che lui stesso raccontava così: «Sulla superficie bianca della carta una forma si muove. Sosta un attimo, poi lentamente riprende il moto; cerca un punto, si capovolge, ruota ancora nervosamente: quello è il “punto”. In quel breve percorso un viaggio lunghissimo si compie, viaggio nel tempo, nella memoria, nel presente, dentro e fuori la coscienza».
La mostra è la quinta monografica dell’artista dal 1971 presso la Galleria Blu, che per la prima volta presentò il suo lavoro nella collettiva «I pittori italiani al secondo documenta di Kassel» nel 1959 e che poi lo rappresentò lungamente in esclusiva.
A 25 anni della scomparsa dell’artista, sono proposte opere dalla prestigiosa storia espositiva, come «Tramonto sulla città industriale», 1955; «Verso Matera», 1960; «Suite friulana n.2» e, degli ultimi anni, «Contrappunto», 1984.
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