Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

«Finché la barca va» (1994), di Corrado Bonomi

Image

«Finché la barca va» (1994), di Corrado Bonomi

Il Concettualismo ironico di Corrado Bonomi

Venti opere dell’artista novarese ospitate dall’Acquario Civico mettono in crisi le nostre certezze strizzando l’occhio a mito, letteratura e arte

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Il mare e i suoi abitanti, antica passione di Corrado Bonomi (Novara, 1956), sono al centro della personale «Acque chete», curata da Alberto Fiz per l’Acquario Civico, dove è visibile dal 19 gennaio al 26 febbraio. Venti le opere esposte di questo esponente del Concettualismo Ironico: di quella squadra d’artisti, cioè, che si potrebbero definire «guastatori», ostili come sono a ogni codificazione e tesi a spiazzare con ogni mezzo l’osservatore.

Quanto a Bonomi, scrive Fiz in catalogo (Allemandi), «dal 1987 a oggi, in un girotondo poetico e dissacrante, mette in crisi le nostre certezze strizzando l’occhio a mito, letteratura e arte. Le acque chete di Bonomi nascondono molte insidie e sorprese». Qui, dopo aver attraversato, come novelli Giona o Pinocchio, il «Ventre della balena» (un’opera site specific), ci s’imbatte in «Nuovi arrivi», lavoro di oltre tre metri di base dove, attingendo alla mitologia polinesiana, che narra di uomini messi in salvo da cetacei, non meno che alla leggenda del monaco irlandese san Brandano, figura un capodoglio che diventa una nave di migranti.

Ma nel percorso ci s’imbatte anche in esempi del progetto «Mare» (in progress dal 1987), con cui Bonomi cataloga innumerevoli specie marine, introducendone la sagoma in lattine per il tonno sottolio, qui impigliate in reti da pesca e in altri lavori che si presentano come citazioni, stravolte però, da Wagner (il «Vascello fantasma») o Dostoevskij («Il coccodrillo: un caso straordinario»).

Non poteva mancare Duchamp, con l’orinatoio in cui galleggia, qui, una barchetta di carta, insieme ad altri lavori di non meno aguzza ironia. Oltre alla profetica «Arca Virus» (è del 2009), dove 12 provette che alludono ad altrettanti agenti patogeni sono trasportate da un’arca su cui sventola la bandiera gialla del pericolo sanitario.

Ada Masoero, 18 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Installata nel 2008 in pieno centro città, la scultura, simbolo di tutte le vittime del terrorismo, è stata pulita e riverniciata dopo diciassette anni in mezzo al traffico. Il merito va all’unica realtà in Italia che offre servizi dedicati alla gestione, conservazione e valorizzazione di opere e collezioni

Con più di 60 opere tra dipinti e disegni, oltre a fotografie e materiali vari, l’istituzione milanese ospita la prima retrospettiva in Italia di un’artista anticonformista, pioniera del pensiero femminista ed ecologista

Da Repetto Gallery una trentina di opere del maestro bolognese dialogano con Calzolari, Caravaggio, Dreher, Ghirri, Hockney, Ferroni, Licini, Nicholson, Salvo, Scully e Vimercati

Per i 500 anni della Battaglia in cui Carlo V sconfisse Francesco I, il Castello Visconteo ripercorre la straordinaria stagione artistica che precedette lo scontro

Il Concettualismo ironico di Corrado Bonomi | Ada Masoero

Il Concettualismo ironico di Corrado Bonomi | Ada Masoero