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Alessandro Martini
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Piemonte terra di gipsoteche? È al fondo di questo prezioso volume, curato con la consueta cura grafica ed editoriale dal benemerito Centro Studi Piemontesi (fondato nel 1969 da Renzo Gandolfo), che viene sintetizzato il patrimonio regionale. Ricco di fondi, raccolte di gessi e opere provenienti da studi e laboratori di artisti piemontesi oppure operanti in Piemonte tra Otto e Novecento, e non sempre musealizzate.
Accanto a istituti storici, non di rado ben organizzati e gestiti e spesso di grande suggestione come le gipsoteche intitolate a Leonardo Bistolfi a Casale Monferrato (Al), a Giulio Monteverde di Bistagno (Al), a Davide Calandra a Savigliano (Cn) e a Paolo Troubetzkoy a Verbania, sono molti i nuclei che ancora non hanno trovato un’esposizione permanente. Il volume (che raccoglie gli atti della giornata di studi del 2013, organizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con l’Associazione culturale Arteco) è infatti dedicato a evidenziare le attuali difficoltà e a indagare le «buone pratiche» nel campo delle tecniche conservative e delle modalità espositive.
Oggetto dell’analisi sono, in particolare, alcune raccolte «in penombra» perché non musealizzate o ancora in mano privata, senza tuttavia dimenticare quelle realtà che sono, come sottolinea il cocuratore Walter Canavesio, «soprattutto se molto specialistiche, continuamente in balia di difficoltà gestionali, allargate anche agli aspetti conservativi».
Gipsoteche in penombra. Il patrimonio piemontese
a cura di Walter Canavesio e Gianluca Kennès
240 pp., ill. b/n
Centro Studi Piemontesi, Torino 2017
s.i.p.
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