Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
La mostra «Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento», curata da Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora e Maria Luisa Rizzoni con Alessandra Brambilla per la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst (dal 15 ottobre al 28 gennaio), conduce i visitatori nel cuore della migliore società del tempo, quando la grande borghesia si affermava accanto all’aristocrazia, e le dame dei due ceti gareggiavano in sfarzo ed eleganza.
I curatori fissano al 1858 (quando da Parigi s’impose l’haute couture di Worth) l’inizio di questo fenomeno perdurato lungamente, che vide anche gli artisti più alla moda sfidarsi nel restituire il lusso di quegli abiti e l’avvenenza delle dame.
Sfilano dipinti di Giuseppe Bertini, maestro di una generazione di realisti (dagli Induno a Eleuterio Pagliano, Mosè Bianchi, Tranquillo Cremona e altri), di Giovanni Boldini, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso e dei ticinesi Pietro Chiesa, Luigi Rossi, Adolfo Ferraguti Visconti, con gli scultori Paul Troubetzkoy e Vincenzo Vela, fino ai pittori della Maison Goupil (Meissonnier, Fortuny), ai macchiaioli Puccinelli e Borrani, agli «Italiens de Paris» (Boldini, De Nittis, Zandomeneghi).
In mostra anche ventagli dipinti da artisti famosi (per tutti, Gaetano Previati), abiti e un focus sulla nobildonna e benefattrice ticinese Carolina Maraini Sommaruga.
Altri articoli dell'autore
Attraverso mostre, installazioni e progetti speciali, la 24ma Esposizione Internazionale trasforma l’istituzione milanese in un laboratorio di riflessioni e proposte di 43 Paesi sulle disparità economiche, etniche, geografiche e di genere
L’artista Silvia Ciaccio esplora il confine tra sogno e veglia con opere meditate e spirituali, immerse nel blu e ispirate al pensiero filosofico e alla cultura giapponese
Frutto della collaborazione tra Antonacci Lapiccirella Fine Art e Matteo Lampertico Fine Art, nella capitale tornano le opere dei protagonisti che contribuirono a creare un ponte con New York, da Carla Accardi a Salvatore Scarpitta
Nel Palazzo Tosio|Ateneo di Scienze Lettere ed Arti è esposta una derivazione molto simile all’originale, restaurata nel 2023