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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliRoma. Sono tornate visibili quattro mostre terminali di acquedotti romani: l’Acqua Paola al Gianicolo, il Mosè, il Peschiera e il Ninfeo dell’Acqua Vergine. Il restauro su progetto della Sovrintendenza Capitolina è stato finanziato per un costo di 280mila euro dalla Maison Fendi. Nell’ambito del progetto «Fendi for Fountains» nel 2015 la Maison aveva già finanziato il recupero della Fontana di Trevi e del Complesso delle Quattro Fontane.
Su queste quattro fontane è stata eseguita la manutenzione della superficie delle vasche e dei prospetti. Una volta eliminate le patine biologiche e le incrostazioni calcaree, si è proceduto al consolidamento e alla stuccatura delle lesioni per poi procedere all’impermeabilizzazione e alla verifica degli impianti idrici ed elettrici.
Le quattro fontane sono di epoche e stili diversi, ma tutte inscindibilmente legate alla storia e al tessuto urbano di Roma: la mostra dell’Acqua Paola, soprannominata il Fontanone del Gianicolo, fu realizzata nel 1610-14 da papa Paolo V come terminale dell’acquedotto Traiano-Paolo, la mostra dell’Acqua Felice-Fontana del Mosè fu costruita tra il 1586 e il 1589 per volere di Sisto V come terminale dell’acquedotto Felice, la Fontana del Peschiera fu realizzata nel 1949 come mostra provvisoria dell’acquedotto del Peschiera, mentre il Ninfeo al Pincio, mostra del nuovo tratto dell’acquedotto Vergine, venne costruito nel 1936.
Entro la primavera la Sovrintendenza Capitolina restituirà anche la Fontana delle Rane che, nel suo stile eclettico, campeggia al centro di piazza Mincio, nel quartiere Coppedè. Realizzata nel 1924, era in pessimo stato non solo a causa del biodeterioramento (calcare e muschi), ma anche in ragione di un problema strutturale che aveva provocato l’inclinazione della struttura.
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