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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliSi è concluso lo scavo del primo tratto di via Alessandrina, e ora, grazie all’operato di Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina e Parco Archeologico del Colosseo, una nuova porzione dei Fori Imperiali è stata portata alla luce nell’area del Foro di Traiano. Lo scavo, iniziato nel marzo 2018, ha interessato il tratto nord di via Alessandrina, asse principale del quartiere, sorto attorno al 1570, che prese il nome dal cardinale Michele Bonelli, nipote di Pio V, originario della provincia di Alessandria.
Da qui l’appellativo di Alessandrino per il quartiere, il cui fulcro era l’omonima via, lunga più di 400 metri, che collegava l’area urbanizzata nel Foro di Traiano con la Basilica di Massenzio. Il quartiere venne demolito tra il 1924 e il 1932 per l’apertura di via dell’Impero, lasciando il solo tracciato superstite di via Alessandrina, che attraversa i Fori di Augusto, di Nerva e di Traiano.
Il completamento degli scavi, finanziati dalla Repubblica dell’Azerbaigian con un milione di euro, ha fatto emergere un nuovo segmento della piazza del Foro di Traiano, e reso inoltre visibili i resti delle abitazioni medievali.
Numerosi i reperti rinvenuti, tra di essi due teste di età imperiale, una identificata come Dioniso, l’altra come Augusto, e oltre 60 frammenti del cosiddetto «Fregio d’armi» del Foro di Traiano. Una selezione dei ritrovamenti sarà collocata all’interno del Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano.

Tratto del basolato della piazza del Foro di Traiano
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