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Alessandro Martini
Leggi i suoi articoliIn occasione del VII centenario della morte del sommo poeta, il 16 maggio si è aperto il Museo Dante, promosso dal Comune di Ravenna con l’obiettivo dichiarato di «dare conto della Commedia e del lascito dantesco» attraverso l’utilizzo dei nuovi linguaggi. In effetti il museo, ricavato negli spazi dei Chiostri Francescani adiacenti alla celebre tomba di Dante, propone ambienti suggestivi e un allestimento coinvolgente e mai banale.
E riesce nell’impresa non semplice di coniugare «l’esperienza sensoriale», oggi così di moda, con l’esposizione della collezione di oggetti che dal 1921 (quando, allora Museo Dantesco ideato da Ambrogio Annoni e Corrado Ricci, fu inaugurato in occasione del IV centenario della morte di Dante) testimonia una ricca trama di vicende storiche e umane, artistiche e letterarie. Il percorso prevede diverse tappe e sezioni: la sala del tempo, quella del volto, la sala Montevideo, quella del culto, quella della fama e le tre dedicate alla Divina Commedia.

Sala della Commedia

Teste di Dante
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