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Jenny Dogliani
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La tecnoarte di Ed Atkins a Rivoli e alla Fondazione Sandretto
Un avatar malinconico alla ricerca di un significato, di un posto dove andare, di qualcosa in cui credere. È questo l’uomo contemporaneo occidentale secondo Ed Atkins, il giovane artista inglese (Oxford, 1982) cui il Castello di Rivoli in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedica la prima personale italiana.
La mostra, curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio, è allestita in entrambe le sedi dal 26 settembre al 29 gennaio. Originale sperimentatore di tecnologie digitali, tecniche di montaggio, postproduzione e video, Ed Atkins trasforma il terzo piano del castello in un ipnotico ambiente audiovisivo con sei installazioni di cui una, «Alarm for Castello di Rivoli», realizzata appositamente. Il senso di vuoto e la difficoltà di comunicazione sono al centro di «Ribbons» (2014), in cui un personaggio seduto con una pinta di birra in una mano e una sigaretta in bocca, a dispetto dell’apparenza mascolina, recita cantando con una voce melodiosa una sincera richiesta di aiuto e di affetto.
Il protagonista di «Warm, Warm, Warm Spring Mouths» (2013) è perduto nell’interspazio della realtà virtuale, popolato di frammenti ingranditi del mondo reale, repliche la cui bellezza straordinaria e perfetta ha annientato la materia da cui sono state generate, dissipandola in uno spettro di energia, nell’eco del Big Bang di un nuovo universo. Il percorso comprende «Happy Birthday!!!» (2014), una riflessione sul tempo in un mondo artificiale senza tempo.
Nella Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è invece esposta l’installazione video a tre canali «Safe conduct» (2015), accompagnata da una serie di nuovi lavori grafici a essa collegati. Immagini tratte da filmati di aeroporti che illustrano le procedure dei controlli di sicurezza sono riflessioni sullo stato d’ansia della nostra epoca. Nell’era digitale, infatti, tutto viene facilmente mediato e manipolato con l’effetto collaterale di generare una voragine in cui valori e certezze precipitano e si disgregano; nasce una forma di nichilismo e disagio ove sempre più spesso il germe perverso della radicalizzazione mette silenzioso le sue radici.
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