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Ezio Gribaudo, «Figura», 2003

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Ezio Gribaudo, «Figura», 2003

Angeli e demoni

I nudi di Ezio Gribaudo alla Pinacoteca Albertina di Torino

Jenny Dogliani

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Torino. Ezio Gribaudo (1929) si è dedicato al nudo sin dagli esordi e ha prodotto durante tutta la sua carriera una grande quantità di opere, ora riordinate dalla Pinacoteca Albertina nella monografica «Gribaudo. La figura a nudo», curata da Edoardo Di Mauro e visitabile sino a domenica 17 aprile.

Nel percorso cronologico sono esposti dipinti, disegni e piccole sculture datati dal 1951 a oggi. I primi lavori in terracotta grezza ricordano giunoniche veneri della fertilità: sono sculture dal sapore naif che suggeriscono continuità tra il corpo e la terra. In un dipinto coevo, l’artista torinese raffigura una donna dai colori terrosi, stretta in un sensuale abbraccio con il cielo e la terra. Più rara è la figura maschile, protagonista di uno dei dipinti in mostra ove compare di spalle, in posizione eretta e di un rosso sanguigno intenso, assurgendo a metafora della forza fisica e spirituale. Ricco di rimandi simbolici è «Omaggio a Egon Schiele» del 1970, in cui diversi corpi di donne, da quella rinascimentale a quella ispirata al pittore austriaco, suggeriscono come nel corso dei secoli siano mutate la rappresentazione e la percezione della femminilità.
Degli anni Novanta sono esposti alcuni disegni ove pochi ed essenziali tratti delineano corpi sfatti e sovrappeso dalle volumetrie accentuate, simili a paesaggi desolati. Nello stesso periodo Gribaudo realizza una serie di angeli, figure asessuate attraverso cui l’uomo si rispecchia e si relazione con il divino. Tra i lavori più recenti vi sono infine il dipinto di una donna incinta dal volto vagamente abbozzato e il disegno di una fanciulla con intense labbra rosse, due immagini cui si lega una materna idea di sensualità.

Ezio Gribaudo, «Figura», 2003

Ezio Gribaudo, «Figura», 1952

Jenny Dogliani, 22 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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