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«Superficie 368» (1955) di Giuseppe Capogrossi (stima 100-120mila euro). Cortesia Mediartrade

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«Superficie 368» (1955) di Giuseppe Capogrossi (stima 100-120mila euro). Cortesia Mediartrade

Alfabetici magici, paraventi parlanti e tetti romani

Nell’asta del 2 dicembre da Mediartrade un centinaio di lotti spaziano da Guttuso a De Chirico, da Munari a Capogrossi, da Botero a Schifano

Michela Moro

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Cento lotti che ripercorrono la storia dell’arte recente sono offerti all’asta da Mediartrade il 2 dicembre. La lunga esposizione pre asta, due solide settimane, permette di meditare gli acquisti e di godersi le opere esposte. L’esordio è molto interessante.

Il primo lotto è un libro d’artista, Araki, del celeberrimo fotografo giapponese, che definisce il volume «un epitaffio ai suoi primi 60 anni», e raccoglie circa 1.000 fotografie iconiche della sua produzione artistica, stimato 1.800-2.500 euro. Segue un paravento di Bruno Munari che andrebbe acquistato anche solo per la poesia che lo accompagna, e per il titolo «Shinfù kusè», che in dialetto milanese suona «Che cosa me ne faccio?»: la valutazione è 3-5mila euro.

Quindi due iconiche fotografie di Man Ray, valutate 2mila-2.500 euro, prime opere di una serie di diversi autori che ritraggono la figura femminile secondo i personali codici formali ed estetici. L’Informale è ben rappresentato con Roberto Crippa ai lotti 32 e 33, stimati entrambi 15-17mila euro, due «Spirali» del 1951.

A seguire Giuseppe Capogrossi con l’alfabeto magico della «Superficie 368» del 1955 (100-120mila), e Hans Hartung, presente con «T1961-H16» del 1961, stima 180-220mila euro, in linea con i recenti risultati ottenuti in altre aste importanti.

È stimato 100-120mila euro, l’acrilico su tela «Profire» (1983) di Victor Vasarely, che spicca per i colori vividi e le forme geometriche emergenti dalla superficie. I due classici bianchi lavori di Paolo Scheggi, «Zone riflesse» del 1963, ed Enrico Castellani, «Superficie bianca» del 1987, sono valutati rispettivamente 280-320mila euro e 220-250mila euro.

Si prosegue con un nucleo di dipinti di Renato Guttuso tra cui il lotto 66 «Tetti su via Leonina» (1962-64), in cui i piani cromatici definiscono un romantico intrecciarsi di muri, tetti e terrazze romane (100-120mila). Con una stima di 280-320mila euro è proposto l'olio su tela «Adamo ed Eva» (2009) di Fernando Botero, figure in perfetto equilibrio tra ironia e nostalgia, tra classicità italiana e cultura sudamericana.

Non manca Giorgio de Chirico, presente con «Venezia, Palazzo Ducale» del 1958 (120-140mila) e «Cavalli in riva al mare» del 1955-56 (65-75mila), un’idea del cavallo inteso come archetipo mitico. «Piazza Navona» (1961) è il monocromo verde bottiglia di Mario Schifano, stimato 110-130mila euro, primo delle quattro opere in asta dell’artista romano.

A seguire un’importante selezione di opere di Mimmo Rotella tra cui il «Circo Orfei» del 1963, stimato 90-100mila euro. E ancora Alighiero Boetti con un trittico di carte, Arman, César, Roberto Sebastian Matta, Agostino Bonalumi e Piero Dorazio, e molti altri ottimi artisti con valori che offrono opportunità di scelta a tutti i livelli.

«Superficie 368» (1955) di Giuseppe Capogrossi (stima 100-120mila euro). Cortesia Mediartrade

«Zone riflesse» (1963) di Paolo Scheggi (stima 280-320mila euro). Cortesia Mediartrade

«Adamo ed Eva» (2009) di Fernando Botero (particolare; stima 280-320mila euro). Cortesia Mediartrade

«Venezia, Palazzo Ducale» (1958) di Giorgio de Chirico (stima 120-140mila euro). Cortesia Mediartrade

Michela Moro, 30 novembre 2021 | © Riproduzione riservata

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