Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliUna giovane ragazza vestita di azzurro pallido guarda lo spettatore dritto negli occhi. Questa la descrizione immediata, come immediata vuole essere l'opera, di «Pinky» (2000), tela emblematica di Yoshitomo Nara. Nonché lotto di punta della prossima asta serale di arte moderna e contemporanea di Phillips in programma a Hong Kong il 28 settembre. La sua stima è di 7,6-10,2 milioni di dollari. È la prima volta che questo dipinto viene offerto sul mercato. Un dato che, se incrociato con i precedenti e le caratteristiche del lavoro, lascia intravedere un'importante aggiudicazione. «Pinky» risale infatti a un anno cruciale nella vita e nella carriera di Nara, il 2000. All'inizio del millennio, l'autore fece ritorno in Giappone dopo dodici anni trascorsi in Germania, dando una svolta decisiva nella sua produzione. Il rientro in patria coincise con una crescita esponenziale nel contesto internazionale, con una serie di mostre che consacrarono Nara tra le figure più rilevanti sulla scena artistica del tempo. Una posizione che con gli anni non ha fatto che consolidarsi.
In particolare, nel 2000 l'artista realizzò in totale 33 dipinti. Tutti presentano il soggetto infantile che dagli anni '90 affolla le tele di Nara, un'iconografia identificativa e riconoscibile, che mescola innocenza e malinconia, tenerezza e rabbia, dolcezza e provocazione. Gli stessi colori tenui utilizzati in queste opere evocano un ricordo che affiora con delicatezza, quasi come se stesse svanendo. Una sensazione che sfugge via. Non sfugge ai collezionisti, invece, che solo in 11 di quei 33 dipinti la figura della bambina compare completa di testa e spalle. A mezzo busto, per intenderci. Rarità statistica che ne aumenta l'appeal sul mercato. E le particolarità non finiscono qui, come spiega Meiling Lee, responsabile del dipartimento di arte moderna e contemporanea per l’Asia di Phillips: «Si tratta della prima di sole quattro versioni di 'Pinky' nell’intera produzione di Nara ed è forse la più emblematica per intensità e sintesi visiva. Siamo entusiasti di proporla proprio nell’anno in cui celebriamo il decimo anniversario della nostra presenza in Asia».
A distinguere il dipinto da altri lavori simili è inoltre la particolare complessità espressiva. Lo sfondo rarefatto richiama le atmosfere evanescenti di Peter Doig, mentre i tocchi di fucsia che affiorano sulla superficie suggeriscono una tensione emotiva sotterranea. Il tono del dipinto è più intimo che ribelle: se nei lavori precedenti si percepiva l’influenza del punk, qui si fa spazio un registro più introspettivo, ispirato ai suoni malinconici di Nick Drake e Pink Floyd. Il titolo stesso, «Pinky», rimanda a un’infanzia dolceamara, sospesa tra fragilità e resistenza. «Siamo entusiasti di presentare 'Pinky' di Yoshitomo Nara», ha chiosato Lee, intravedendo forse una grande aggiudicazione. «Si tratta di un'opera dipinta in un anno fondamentale per l’artista, da cui proviene il suo record d’asta».
E nessuna maison sembra più adatta di Phillips per tentare il grande colpo. Certo, l'obiettivo dei 24,9 milioni di dollari di «Knife Behind Back», venduto da Sotheby's nel 2019 proprio ad Hong Kong, non è semplice da raggiungere. Ma la casa d'aste non è nuova a vendite importanti quando si parla di Nara. Il successo più eclatante è arrivato con Missing in Action, venduto per 16 milioni di dollari, il terzo prezzo più alto mai raggiunto da un’opera dell’artista in un’asta. E poi ci sono anche «Hothouse Doll» (13 milioni di dollari), «Lookin’ for a Treasure» (11 milioni di dollari), «No Means No» (8,36 milioni di dollari) e «Baby Blue» (5,8 milioni di dollari), solo per citarne alcuni. Storico significativo a cui si aggiunge anche l'importante retrospettiva di Nara in corsa alla Hayward Gallery di Londra. Una serie di elementi che anticipano la vendita come una delle più significative dell'autunno di Hong Kong e non solo.

Yoshitomo Nara, «Pinky»
Altri articoli dell'autore
L'impero di Hauser & Wirth continua ad espandersi: la multinazionale, che attualmente ha 17 sedi in tutto il mondo, ha appena rivelato i piani per l'apertura di una nuova galleria a Palo Alto
A gestirne il passaggio è la Sotheby’s International Realty, che lo presenta come «un’opportunità unica per possedere un pezzo autentico della storia artistica di New York»
La fiera internazionale dedicata all’arte fotografica torna per la sua 15ª edizione dal 19 al 22 marzo 2026 negli spazi milanesi di Superstudio Più
Una coreografia poetica e multisensoriale, dove linguaggio, immagine e suono si fondono in una narrazione aperta, evocativa e fluida