Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Lo stand di Almine Rech dedicato a Tom Wesselmann a Frieze 2024

Image

Lo stand di Almine Rech dedicato a Tom Wesselmann a Frieze 2024

Almine Rech chiude a Londra: una ritirata strategica, non un addio

Dietro la decisione ci sarebbe la necessità di rivedere un contratto di locazione non più sostenibile rispetto alla strategia aziendale

Riccardo Deni

Leggi i suoi articoli

Londra perde un altro presidio internazionale dell’arte contemporanea. La galleria Almine Rech ha infatti chiuso la sua sede nel quartiere di Mayfair e avviato la liquidazione volontaria della società registrata nel Regno Unito. La notizia è emersa dalla documentazione presentata alla Companies House, dove si legge che la società - ora ridenominata LG Realizations 2025 - è entrata in liquidazione nel mese di agosto. Fondata a Parigi nel 1989, la galleria vanta sedi anche a New York, Bruxelles, Shanghai, Monaco e Gstaad.

Dietro la decisione, spiegano dalla galleria, ci sarebbe la necessità di rivedere un contratto di locazione non più sostenibile rispetto alla strategia aziendale. Una «misura tecnica», precisano, più che una chiusura traumatica. Eppure i numeri parlano chiaro: la sede londinese risulta in perdita per oltre 6 milioni di sterline, quasi interamente riconducibili a prestiti infragruppo e ai soci. Rimane invece il riserbo sull’identità del proprietario dell’immobile e sull’eventuale esposizione nei suoi confronti. L’aspetto forse più rassicurante della vicenda è che, secondo la nota ufficiale, non risultano crediti pendenti nei confronti di artisti, dipendenti o fornitori.

La sede britannica della galleria era stata inaugurata nel 2014, e due anni dopo si era trasferita in Broadbent House, inaugurata con una grande personale dedicata a Jeff Koons. Da allora, però, lo scenario è cambiato. Tra Brexit, pandemia e una crescente pressione fiscale, Londra ha progressivamente perso centralità nei flussi internazionali del mercato dell’arte e sebbene continui a mantenere un ruolo chiave, il clima generale appare sempre più incerto. Nonostante la chiusura, Almine Rech non però sembra intenzionata a lasciare Londra definitivamente. «Presto torneremo ad avere una presenza fisica in città», hanno dichiarato dalla galleria, senza però sbilanciarsi su tempistiche o formule. E quando sollecitati sui possibili licenziamenti conseguenti la chiusura, la risposta è quasi provocatoria: «In realtà stiamo assumendo, proprio a Londra».

In un contesto globale che Almine Rech stessa definisce «strano», la galleria preferisce sottolineare i segnali positivi, come l’ottimo riscontro ottenuto a Frieze Seoul lo scorso settembre, o il successo commerciale della mostra in corso a New York con l’artista canadese Chloe Wise, andata interamente venduta già nei primi giorni di apertura. Insomma, più che una ritirata, quella della sede londinese sembra una manovra di alleggerimento. Un passo indietro tattico, in vista forse di un ritorno più agile e allineato a un mercato in continua trasformazione.

Riccardo Deni, 08 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

La mostra «NOX Pavilion» trasforma le gallerie del Bass Museum in un ambiente immersivo dove si esplorano emozioni artificiali, controllo corporativo e futuri immaginati

Un risultato tra i più alti degli ultimi cinque anni per questa categoria, che porta il totale annuo della divisione a 218 milioni di dollari, con un aumento di quasi il 50% rispetto al 2023

Il contratto, redatto quando l’azienda era poco più di un’idea nata in un garage, e lontana anni luce dalla futura rivoluzione tecnologica, assume oggi il valore di una reliquia laica

Il percorso comincia con la luminosità classica di Jean Achille Benouville, che osserva Villa Medici come si guarda una promessa

Almine Rech chiude a Londra: una ritirata strategica, non un addio | Riccardo Deni

Almine Rech chiude a Londra: una ritirata strategica, non un addio | Riccardo Deni