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Paul Gauguin, «Parau Api (Ci sono novità?)», 1892, Dresda, Albertinum, Staatliche Kunstsammlungen

© Albertinum | Gnm, Staatliche Kunstsammlungen Dresden. Photo: Elke Estel/Hans-Peter Klut

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Paul Gauguin, «Parau Api (Ci sono novità?)», 1892, Dresda, Albertinum, Staatliche Kunstsammlungen

© Albertinum | Gnm, Staatliche Kunstsammlungen Dresden. Photo: Elke Estel/Hans-Peter Klut

Villa Manin sul confine tra Otto e Novecento

La mostra in provincia di Udine riunisce 136 capolavori di grandi maestri (da Gauguin a Kiefer) da 43 musei internazionali. «La cosa che mi sono sentito ripetere un po’ da tutti è stata l’ambizione del progetto», ha dichiarato il curatore Marco Goldin

Dal 10 ottobre, Villa Manin di Passariano (Ud) ospita «Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni» (fino al 12 aprile 2026), una mostra che riunisce 136 capolavori di grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento, provenienti da 43 musei internazionali, tra Europa e Stati Uniti.

Curata da Marco Goldin e promossa da Regione Friuli Venezia Giulia ed Erpac Fvg, in collaborazione con Linea d’ombra, l’esposizione è uno degli appuntamenti clou di GO! 2025&Friends, il programma parallelo a Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura.

Il tema del «confine», esplorato in tutte le sue declinazioni (geografico, interiore, culturale, naturale) guida il visitatore in un viaggio tra opere di Claude Monet, Vincent van Gogh, Paul Gauguin, Edward Hopper, Mark Rothko, William Turner, Caspar David Friedrich, Gustave Courbet, Edvard Munch, Amedeo Modigliani, Anselm Kiefer e molti altri.

Il percorso si articola in sei sezioni, toccando paesaggi dell’anima, dialoghi con la natura, autoritratti e suggestioni dall’Estremo Oriente, con una preziosa collezione di xilografie giapponesi di Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige. La grande pittura americana si affianca ai maestri europei, mentre si chiude in bellezza con le celebri ninfee di Monet e i cieli interiori di Rothko.

«Quando, nella primavera del 2023, ho per primo proposto al Presidente Fedriga il progetto, così ampio e articolato, di questa mostra, pensavo anche con un certo timore all’ambizione che vi era compresa, dichiara il curatore. E in effetti, avendo poi dialogato in questi due anni di preparazione con decine di direttori e curatori di musei di tutto il mondo, la cosa che mi sono sentito ripetere un po’ da tutti loro è stata proprio questa: l’ambizione del progetto. Adesso che la mostra si apre e scorro dentro di me i tantissimi quadri che raccoglie, da oltre quaranta musei sia americani sia europei, penso che tutto questo lavoro non sia stato fatto invano. Sono orgoglioso di poter consegnare a una terra come il Friuli Venezia Giulia un simile progetto diventato realtà». 

Redazione, 05 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Villa Manin sul confine tra Otto e Novecento | Redazione

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