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Gaspare Melchiorri
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Dopo oltre quindici anni di azioni legali, ricorsi e mobilitazioni, il progetto edilizio che prevedeva la costruzione di nuove case e palazzine che avrebbero minacciato l’integrità di Villa Adriana a Tivoli è stato rigettato. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto in via definitiva il ricorso della società edilizia che intendeva trasformare l’area circostante il celebre sito archeologico in un vasto quartiere residenziale.
L’iniziativa prevedeva la costruzione di circa 18mila metri quadrati di case e palazzine. La lottizzazione avrebbe inciso in modo irreversibile sulla cornice visiva del complesso archeologico, compromettendo l’equilibrio tra natura, architettura e storia che lo rende unico al mondo.
La porzione di territorio interessata dal progetto rientrava addirittura nella fascia di rispetto stabilita proprio per preservare l’integrità visiva e ambientale del sito archeologico. Tale vincolo, frutto di un accordo internazionale tra lo Stato italiano e l’Unesco, non consente la realizzazione di edifici residenziali che possano alterare il rapporto storico e paesaggistico con la villa.
Costruire appartamenti in quell’area avrebbe significato tradire l’impegno preso con la comunità internazionale e mettere persino a rischio la permanenza di Villa Adriana nella prestigiosa lista del Patrimonio mondiale.
Il percorso che ha portato alla sentenza definitiva è stato lungo e tormentato. Il Tar del Lazio, già due anni fa, aveva annullato gli atti amministrativi che autorizzavano la costruzione. Ma la società costruttrice aveva presentato ricorso, aprendo l’ennesimo capitolo giudiziario. Ora, con la decisione del Consiglio di Stato, non restano più margini di incertezza.
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