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Particolare della facciata dell’Ospedale Vecchio di Parma, destinato a dievntare un hub per l’arte contemporanea

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Particolare della facciata dell’Ospedale Vecchio di Parma, destinato a dievntare un hub per l’arte contemporanea

Verso Parma capitale del contemporaneo

Primi passi per il progetto di ParCO-Parma Contemporanea, che prevede il rilancio dell’Ospedale Vecchio. In futuro «arti visive e performance, passando per la musica e il pensiero», spiega Corrado Beldì

Stefano Luppi

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Con il futuro hub dedicato al contemporaneo, chiamato ParCO-Parma Contemporanea, gestito dalla Associazione Parma, io ci sto! in sinergia con il Comune e con la collaborazione dello studio londinese The Place Bureau, la città emiliana tenta un rilancio dell’Ospedale Vecchio, uno dei più antichi edifici al mondo di architettura ospedaliera tuttora esistenti.

L’esordio è fissato per il 27 settembre, data di un forum internazionale che promuoverà un dialogo tra professionisti, artisti e altre professionalità attive in ambito culturale (l’11 agosto non erano ancora stati comunicati i partecipanti, Ndr) incaricati di definire le linee guida per installazioni, appuntamenti, mostre, workshop, pratiche sociali, educazione e nuove produzioni culturali previste nel nuovo spazio. Arriverà invece a fine estate un’open call internazionale che individuerà, in alcuni mesi, la persona incaricata di dirigere ParCO.

L’Ospedale Vecchio (la cui funzione sanitaria è stata abbandonata un secolo fa, nel 1926) è carico di storia, essendo stato fondato nel 1201 da Rodolfo Tanzi proprio per il ricovero di infermi e malati, anche se le attuali forme dell’architettura risalgono alla seconda metà del secolo XV: a quel tempo, infatti, si deve la parte realizzata da Gian Antonio da Erba mentre un esteso ampliamento è settecentesco con Ferdinando I di Borbone. L’area, con i suoi porticati in pietra arenaria, le volte quattrocentesche, il chiostro centrale e l’oratorio barocco sono anche stati al centro di una vicenda lunga una ventina di anni, con polemiche, indagini e, nel 2023, anche un lodo arbitrale della Camera arbitrale Anac che aveva condannato il Comune a pagare 1,5 milioni di euro alla ditta parmense incaricata di un’annunciata ristrutturazione. A parlare a «Il Giornale dell’Arte» del futuro ParCO è Corrado Beldì, membro del direttivo di Parma, io ci sto!.

In che cosa consiste il progetto per l’Ospedale Vecchio?
ParCO è un progetto in divenire che ha l’obiettivo di sviluppare un nuovo hub per il contemporaneo nell’antichissimo ex ospedale. La nostra volontà, con il Comune, è di dare forma a una piattaforma di produzione culturale che possa porsi come punto di riferimento a vari livelli. Ci rivolgiamo perciò in primis alla città, alle varie comunità che compongono la cittadinanza in un’ottica di totale inclusività. Ma allo stesso tempo l’ambizione è quella di proporsi come nuovo attore culturale a livello nazionale e internazionale, con una programmazione espositiva e culturale di ricerca che porti a Parma le migliori energie del contemporaneo.

Perché proprio un hub per l’arte?
L’idea nasce da un percorso di condivisione e di ascolto, avviato dopo l’esperienza di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. Crediamo fortemente nei linguaggi del nostro tempo: da un punto di vista pratico ciò si dovrà tradurre in una programmazione multidisciplinare che abbracci le arti in senso lato, da quelle visive alle performance passando per la musica e il pensiero.

E perché proprio in questo edificio?
Perché l’Ospedale Vecchio è un simbolo della tradizione di Parma nella cura e nel sostegno dei suoi cittadini, collocato in un’area, l’Oltretorrente, che fonde la storia della resistenza con una popolazione giovane, in crescita e multiculturale: lì sarà possibile creare uno spazio vibrante e proiettato verso il domani che allo stesso tempo onora il passato di Parma. Un luogo simbolo di rigenerazione su cui il Comune ha investito molto.

A chi saranno affidati il restauro e la rifunzionalizzazione degli spazi?
Gli interventi, curati dal Comune, comprendono opere murarie come rimozioni di partizioni interne e interventi di chiusura di aperture per la ricomposizione della continuità muraria; realizzazione di scale o vani per l’installazione di nuovi ascensori e nuovi impianti tecnici; interventi su parte delle pavimentazioni del piano terra con il rifacimento o il recupero di quelle che si intende conservare. Capitolo importante poi, per l’estensione dell’intervento, ma soprattutto per il recupero dello spazio della ampia crociera nella sua unitarietà architettonica, sono gli interventi di restauro degli intonaci e delle superfici murarie.

Quando arriverà il responsabile di ParCo?L’obiettivo è di individuare un manager/progettista culturale in grado di dare forma concreata a ParCo. Il professionista prescelto sarà di supporto al team locale nel corso del 2026 per sviluppare un progetto coerente con la mission e le ambizioni che le dicevo.

Intanto il 27 settembre si parte con una tavola rotonda.
Quella sarà l’occasione per interrogarci sulle strategie più adatte per attuare questo progetto ambizioso, esplorandone la missione attraverso esempi di collaborazioni tra comunità messe in atto da istituzioni nazionali e internazionali e artisti stessi. Chi partecipa porterà prospettive e stimolerà discussioni significative.

Stefano Luppi, 13 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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Verso Parma capitale del contemporaneo | Stefano Luppi

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