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L’homepage del Catalogo online della collezione del VIVE

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L’homepage del Catalogo online della collezione del VIVE

VIVE: mille anni in oltre 550 schede accessibili online

Il progetto di digitalizzazione del patrimonio artistico dell’ente romano è a metà del guado: dal 16 ottobre saranno disponibili Seicento e Settecento e, dal 18 dicembre, Ottocento e Novecento

Arianna Antoniutti

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Il patrimonio artistico del VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia di Roma è online. Grazie a un progetto di catalogazione sistematica delle collezioni dell’Istituto, è ora possibile consultare più di 550 schede relative alle opere medievali, quattrocentesche e cinquecentesche. Ideato dalla direttrice Edith Gabrielli e avviato nel 2020, il lavoro di catalogazione ha previsto la ricognizione delle catalogazioni già effettuate in passato, l’aggiornamento delle schede esistenti e la realizzazione ex novo di quelle mancanti. L’implementazione è costante, e a breve, a partire dal 16 ottobre, saranno disponibili le schede dedicate al Seicento e al Settecento. Infine, dal 18 dicembre, sarà possibile accedere alle schede relative alle opere ottocentesche e novecentesche. Una catalogazione puntuale, scientifica, che di ciascuna opera riassume provenienza, autore, numero di inventario, esposizioni, fonti, documenti e bibliografia. Un patrimonio di conoscenza messo a disposizione di tutti.

«Con il progetto di catalogazione, spiega Edith Gabrielli, le collezioni del VIVE sono entrate in una nuova fase di studio e valorizzazione. Nell'ideare e coordinare l'iniziativa, ho voluto accanto a me tre accademici di chiara fama, quali Alessandro Tomei, Barbara Agosti e Valerio Terraroli, che hanno guidato una squadra di ottanta specialisti: il loro lavoro ha consentito di restituire una lettura più completa e accurata delle singole opere, portando a decine di nuove attribuzioni e datazioni. Ora la pubblicazione on line delle schede, corredate da oltre duemila scatti fotografici, garantisce la fruizione sia agli studiosi che al grande pubblico, aprendo la via a ulteriori prospettive di indagine, nonché a una conoscenza diffusa delle collezioni».

Nuove attribuzioni e datazioni, ma anche valorizzazione delle opere custodite nei depositi: il grande progetto di catalogazione online punta, come ultima fase, a reintegrare all’interno del percorso espositivo sculture e dipinti finora invisibili e sconosciuti al pubblico. È il caso della tavola «Madonna della noce», di un artista attivo nei primi del XVI secolo in un contesto umbro-abruzzese dominato dalla figura di Saturnino Gatti. L’opera è stata restaurata e per la prima volta esposta nella Sala Altoviti di Palazzo Venezia per il ciclo espositivo «Restituzioni», progetto accompagnato da conferenze in cui vengono illustrati i lavori di restauro e le nuove scoperte. Prima della «Madonna della Noce», sono stati esposti il frammento della porta bizantina bronzea di San Paolo fuori le mura, e una medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto nuziale con l’imperatore Antonino Pio.

Il prossimo appuntamento di «Restituzioni» vedrà come protagonista una grande terracotta riproducente il modello ideato da Gian Lorenzo Bernini per la Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona. La conferenza sul restauro e la presentazione al pubblico dell’opera avverrà il 16 ottobre. A chiudere il ciclo, il 18 dicembre, sarà la conferenza e l’esposizione del cosiddetto Scudo di Garibaldi di Antonio Ximenes, presentato da Valerio Terraroli.

Porta Bizantina della Basilica Romana di San Paolo Fuori le Mura, Roma

Arianna Antoniutti, 23 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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