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Michela Moro
Leggi i suoi articoliAlle aste della primavera inoltrata si respirava già un’aria estiva, da prevacanza. Nelle sale gli addetti ai lavori in gruppetti confabulanti, tra i quali molti galleristi di arte giovane contemporanea, il che fa riflettere su come il mercato secondario non sia appannaggio esclusivo dei mercanti, ma serva anche alla sopravvivenza di gallerie dai programmi più avanzati. Il pubblico era ridotto in più di una occasione, addirittura costretto a dividersi nel caso di Blindarte e Finarte, che hanno svolto le vendite alla stessa ora nel medesimo pomeriggio.
I risultati vedono in primo piano Farsetti, unica asta non milanese, la cui vendita ha totalizzato 9 milioni di euro con un buon mix di proposte da Renoir, Hockney, Campigli, Sironi, Morandi, de Pisis e de Chirico fino a Cattelan e De Dominicis, che hanno ottenuto buoni esiti. Interesse per le opere d’arte surrealiste, con la gouache di René Magritte, intitolata «La recherche de l’absolu» del 1948, top lot della manifestazione, venduta a 898.250 euro, seguita da una «Natura morta» di Morandi del 1956, aggiudicata a 790.250 euro e da un «Concetto spaziale. Attese» di Fontana del 1964, a 537.950. Il Ponte registra un venduto del 90% per 5,7 milioni di euro. Top lot l’opera di Christo «Store Front Project» del 1964, venduta a 243.750 euro; l’opera di Alighiero Boetti «Segno Disegno» del 1983, venduta a 200mila euro, e il capolavoro di Mario Sironi «Paesaggio urbano con ferroviere» del 1924, battuto a 102.500 euro. Record mondiale per Irma Blank, con l’opera «Radical Writings, Schrifzug=Atemzug» che, da una stima di 40-60mila euro, ha raggiunto i 100mila.
Quasi 2 milioni di euro di vendita da Pandolfini, che supera così il monte stime con un venduto di lotti del 70%. L’arte cinetica di Gianni Colombo è stata il top lot della seduta con «Spazio elastico» aggiudicato per 150mila euro. Quasi una collezione, dato il consistente numero di opere offerte, per Piero Dorazio, del quale «Ra I», un olio su tela di grandi dimensioni eseguito tra il 1989 e il ’90, ha raggiunto 75mila euro. Di Emilio Scanavino «Alfabeto senza fine» è passato in una nuova collezione per 68.750 euro. Finarte ha raccolto, nei due giorni di vendite battute da Bruno Muheim nella sede riallestita con molta cura alla Permanente, 1,4 milioni di cui oltre 1,1 milioni nell’asta di arte moderna e contemporanea, aggiudicando il 56% dei lotti in catalogo tra cui i top lot «Natura morta», 1945, di Giorgio Morandi, aggiudicata a 89.400 euro e la scultura «Ferro spezzato», 1974, di Giuseppe Spagnulo, venduta per 21.250. Cambi a Palazzo Serbelloni ha riportato un totale di 1.277.000 euro per 203 lotti in catalogo, con il 60% di lotti venduti e il 94% di venduto per valore. Una tela del 1964 di Hans Hartung è stata acquistata al telefono da un collezionista italiano per 95mila euro. Un’opera del 1977 di Riopelle della serie degli «Iceberg» è stata venduta a un acquirente straniero per 68.750 euro; stesso prezzo per «Blu cobalto» di Afro, che è stato aggiudicato a un acquirente italiano presente in sala.
Wannenes, negli ariosi spazi di Open Care, ha raggiunto un totale di 1.004.781 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 51,6% e dell’80% per valore. Top lot: Piero Dorazio, «Giallino» del 1977, aggiudicato a 173.600 euro, seguito da «Negativo-positivo» del 1951 di Bruno Munari, proveniente della collezione di Arturo Schwarz e battuto a 47.120 euro. Terzo, infine, Hermann Nitsch, con «Pittura-azione N° 0/0», del 1984 esitato a 43.400 euro.
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