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Marcello Maloberti, «Poesia», 2025, Roma, Museo Etrusco di Villa Giulia

Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano-Albisola. Photo: Andrea Rossetti

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Marcello Maloberti, «Poesia», 2025, Roma, Museo Etrusco di Villa Giulia

Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano-Albisola. Photo: Andrea Rossetti

Una «poesia» di Maloberti al Museo Etrusco di Villa Giulia

L’opera, ideata appositamente per il museo romano, appare come un monito, all’aperto, pronto a urlare la sua presenza

Gianfranco Ferroni

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A Roma il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, guidato da Luana Toniolo, conserva la fama di tempio della cultura legato alla contemporaneità avendo ospitato per tanti anni la cerimonia del Premio Strega. Non solo testimonianze archeologiche come il «Sarcofago degli Sposi» e le lamine d’oro di Pyrgi, ma anche presenze moderne legate alla letteratura, con serate vissute sul prato verde della villa. Nella mente scorrono le immagini di Ennio Flaiano, vincitore della prima edizione con il romanzo Tempo di uccidere (1947), e poi Elsa Morante, la prima donna che conquistò il premio con L’isola di Arturo, nel 1957. 

Assume così un significato particolare vedere nella «reggia» rinascimentale, voluta da Papa Giulio III, amante delle arti e della bellezza, un’installazione luminosa di Marcello Maloberti, a cura di Cristiana Perrella, dal 7 novembre e fino al 6 febbraio 2026. «Poesia», opera ideata appositamente per il museo statale, appare come un monito, all’aperto, pronto a urlare la sua presenza. La luce è bianca, e valorizza il progetto architettonico di Jacopo Barozzi detto il Vignola, Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati. È capovolta, come quando si guarda dallo specchietto retrovisore l’auto che ci segue, vantando delle lettere che ricalcano la grafia dello stesso Maloberti. Innocenti non sembrano essere solo i tubi che sostengono questa architettura temporanea che evoca l’idea del cantiere, dello scenario urbano, del provvisorio. Ed è sempre stato così: la poesia ribalta le vite degli esseri umani, suggerisce evasioni temporanee, e questa «vertigine visiva» invita a leggere la realtà con occhi nuovi. 

Disorientamento e rivelazione, nel progetto di Maloberti: nel suo nuovo libro, edito da Treccani, le sue celebri frasi scritte a mano, conosciute come «Martellate», si presentano come atti poetici. Temi legati al sacro, al mistico e al divino, in lingua italiana e francese, con le traduzioni di Jean-Paul Manganaro. Nella Capitale una delle mostre che hanno segnato la vita del Macro, il museo comunale di via Nizza, è stata proprio di Maloberti, nel 2012, con ventisette pantere nere, in porcellana dipinta a grandezza naturale, frantumate. Ora, per una singolare coincidenza, proprio il Museo d’Arte Contemporanea di Roma si trova sotto la guida di Perrella.

Gianfranco Ferroni, 07 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

Una «poesia» di Maloberti al Museo Etrusco di Villa Giulia | Gianfranco Ferroni

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