Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliNel 1444, durante il suo viaggio finale verso L’Aquila, san Bernardino da Siena si fermò nella cappella solitamente identificata come l’Oratorio duecentesco di San Primiano a Montefranco, nella Valnerina nel ternano. In realtà la cappella nel convento intitolato al santo è quattrocentesca, probabilmente eretta dal 1454: il restauro dell’edificio ha restituito visibilità ad affreschi attribuiti alla bottega del pittore quattrocentesco Bernardino Campilio da Spoleto.
Il dipinto principale raffigura la Madonna con il Bambino in trono, san Sebastiano e san Francesco, nella parete laterale sinistra figurano un san Bernardino e (fuori dall’ambito di Campilio) un sant’Antonio da Padova. «Gli affreschi erano diventati completamente neri», ricorda il restauratore Gianni Castelletta, titolare della ditta Conserva incaricata dalla Fondazione Carit di Terni che ha finanziato i lavori.
«Abbiamo provveduto alla pulitura e al consolidamento della superficie pittorica per frenare alcuni distacchi, ma non avevo mai visto affreschi coperti così dallo sporco, cioè da uno strato di particellato in nero fumo credo frutto dell’antica illuminazione a olio nella cappella». Castelletta ritiene che queste pitture murali risalgano alla metà degli anni ’80 del XV secolo e che, oltre a questo lavoro eseguito sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, abbiano bisogno di un restauro approfondito.

L'affresco principale, con la Madonna con il Bambino in trono, san Sebastiano e san Francesco
Altri articoli dell'autore
Il duo toscano Imaginarium Studio (Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni) partecipa al festival di Chicago «Art on the Mart» con una visionaria performance multimediale che invita a riflettere sui llimiti ecologici ed esistenziali del pianeta
Con il progetto «Paz-Esperienza Cesi» il Comune di Terni punta a ripopolare il sito umbro, promuovendo servizi che consentano a intellettuali, designer, antropologi, archeologi, amministratori, giornalisti e artisti di lavorare in loco
A nove anni dal terremoto, in una struttura polifunzionale del Rotary inaugura uno spazio museale permanente con 14 opere dal territorio: un atto concreto contro un graduale invecchiamento e spopolamento
Una consistente acquisizione dell’Istituto centrale per la grafica dall’archivio di Arturo Zavattini compone il nucleo della mostra allestita a Palazzo Poli, che racconta la collaborazione tra il fotografo statunitense e lo sceneggiatore italiano