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Una veduta dello scavo della necropoli di Sasso Pinzuto a Tuscania (Viterbo)

Foto cortesia Alessandro Naso

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Una veduta dello scavo della necropoli di Sasso Pinzuto a Tuscania (Viterbo)

Foto cortesia Alessandro Naso

Tuscania: un poppatoio e un edificio per i culti funerari

Sono alcuni degli ultimi ritrovamenti della campagna di scavo diretta da Alessandro Naso nella necropoli di Sasso Pinzuto che saranno presentati giovedì 24 luglio

Giuseppe M. Della Fina

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L’Etruria riesce sempre a sorprendere: un singolare edificio è stato appena riportato alla luce all’interno della necropoli di Sasso Pinzuto, a Tuscania (Viterbo), dove, dal 2022, sono in corso campagne di scavo condotte dall’Università «Federico II» di Napoli e dal Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies (Camnes) di Firenze sotto la direzione di Alessandro Naso. L’area accoglie più di 130 tombe a camera risalenti al VII-VI secolo a.C. e quelle di rilievo maggiore sono contenute all’interno di tumuli.

Nel 2024, proprio in chiusura dello scavo, come accade spesso, era stata individuata la fondazione di una struttura quadrangolare in opera quadrata situata a ridosso dell’area dei tumuli e di una platea tufacea.

Nella campagna 2025, i cui risultati verranno presentati a Tuscania presso l’agriturismo Casa Caponetti (in località Quarticciolo) giovedì 24 luglio alle ore 17.30, l’attenzione degli archeologi si è concentrata sull’edificio con un’attenzione particolare posta nel comprenderne la cronologia e la funzione. Va segnalato che, nella trincea di fondazione del muro meridionale dell’edificio, ricavato nel vivo dello strato tufaceo naturale, è stata rinvenuta una teca inviolata. Lunga circa 80 centimetri e ricoperta da una lastra di tufo, accoglieva cinque vasi in bucchero che sono in corso di microscavo per conoscerne il contenuto originario. Si può segnalare, intanto, che una delle forme è singolare: si tratta di un attingitoio, dotato di una sporgenza laterale forata in senso longitudinale, che lo rende un poppatoio e rinvia alla sepoltura di un neonato avvenuta nella prima metà del VI secolo a.C.

Una deposizione che sembra precedere di poco l’edificio che, sulla base del rinvenimento di alcune terrecotte architettoniche decorate a stampo con temi cari alle aristocrazie etrusche di epoca arcaica (cortei di carri, banchetti e danze), dovrebbe risalire al secondo quarto dello stesso secolo. Qual era la sua funzione? Si tratta di un edificio, dove si potevano svolgere culti funerari, fatto costruire nell’area della necropoli, da una famiglia di rango aristocratico, che voleva sottolineare così la propria posizione sociale all’interno della comunità di appartenenza e i propri valori. Edifici simili, in Etruria, si possono trovare a Vulci e a Cortona.

Un dettaglio della tomba indagata nella necropoli di Sasso Pinzuto a Tuscania (Viterbo). Foto cortesia Alessandro Naso

Giuseppe M. Della Fina, 22 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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