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Uan sala del Museo di Santa Caterina a Treviso

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Uan sala del Museo di Santa Caterina a Treviso

Treviso, nel silenzio generale si sta smantellando la Pinacoteca del Santa Caterina

Veronica Rodenigo

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Treviso. Più (e peggio) di Goldin poté Manildo. Potrebbe essere questo l’incipit (al di là di ogni intento polemico e fazioso) per descrivere quanto sta accadendo al Civico Museo di Santa Caterina, in restauro da inizio marzo per adeguarlo a sede di esposizioni temporanee.
In vista di una stagione autunnale che annuncia la felice notizia della riapertura del civico Museo Bailo, attesa per il 29 ottobre, i musei trevigiani devono infatti registrare una situazione critica per quanto riguarda Santa Caterina. Una situazione ben poco chiara, di cui stranamente non si parla e che pare non interessare nessuno. La stampa locale, infatti, non se ne occupa, limitandosi a dare spazio agli autoreferenziali racconti (a puntate) di Marco Goldin relativi alle mostre che per volontà del primo cittadino Giovanni Manildo giungeranno a Santa Caterina a partire dal 2016, o a preannunciare la prossima mostra in museo dedicata a Escher (31 ottobre-3 aprile 2016), allestita per la terza volta quest’anno in Italia.

Molto si potrebbe dire sulle scelte di contenuto e di metodo per il museo civico, sulle strategie assenti, sull’inascoltato tentativo dell’Associazione per i Musei trevigiani (lacerata da contrasti interni e dimissioni dei soci) di creare un ponte interlocutorio tra Comune e cittadini. L’attenzione però verrebbe ancora una volta distratta altrove. E invece è necessario, se non urgente, riportarla là in quel piccolo museo dove tutto è cominciato e dove ora, per volontà di una pubblica amministrazione, si sta smantellando l’intera Pinacoteca per dare soddisfazione alla fame di spazi temporanei.

Tutto questo nonostante la Soprintendenza, nella persona dello stesso dirigente, Andrea Alberti, confermi di essere ancora in attesa di ricevere, come da tempo richiesto, un progetto allestitivo che raccolga le precedenti osservazioni formulate e miranti a preservare la collezione permanente. E nonostante, per paradosso, il comunicato stampa di Arthemisia Group (organizzatrice di «Escher») ribadisca strumentalmente l’importanza dei Musei Civici con opere straordinarie di Lotto e Tiziano, che si integrerebbero perfettamente con il percorso per le mostre temporanee.

Ma che cosa resterà della collezione permanente, a lavori conclusi? Oggi il visitatore occasionale che voglia entrare in museo può soltanto accedere alla chiesa sconsacrata (adibita anche ad auditorium), alla Sezione preistorica, a livello ipogeo, e a quella archeologica d’età romana al piano terra. L’ingresso al primo piano, in cui fino a poco tempo fa era la Pinacoteca, dall’8 settembre è precluso al pubblico e stando all’avviso ad oggi presente in museo lo rimarrà sino al 29. Qui l’intero corridoio centrale (per lavori di ridipintura e sistemazione del nuovo impianto di illuminazione) è disallestito mentre l’accesso ad alcune sale laterali è precluso da inferriate da poco inserite.

Osservando poi le planimetrie del percorso allestitivo e pubblicate sul sito del Comune, non sembra che né «Escher» né gli «Impressionisti» lasceranno respiro alla parte museale. In tutto, della Pinacoteca rimarrebbero (forse) tre sole sale.
Può un museo diventare un contenitore «blindato» per eventi estemporanei, privo di organicità? Può un’amministrazione cittadina, in assenza della figura di un direttore dei Musei Civici, decidere senza alcun indirizzo scientifico le sorti di un intero complesso museale e sacrificarlo in nome di un neppure ben calcolato ritorno economico? Può passare sotto silenzio un’operazione così aggressiva e potenzialmente definitiva?

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Dal prossimo 31 ottobre il Museo di Santa Caterina accoglierà la mostra «Escher». Nella foto: Maurits Cornelis Escher, «Mano con sfera riflettente / Hand with Reflecting Sphere», 1935 Litografia, 31,10x21,30 cm The M.C. Escher Holding b.V. All M.C. Escher works © 2015 The M.C. Escher Company. All rights reserved www.mcescher.com

Uan sala del Museo di Santa Caterina a Treviso

Veronica Rodenigo, 17 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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