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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliTorino. Dal 7 al 10 aprile il piano nobile di Palazzo Saluzzo Paesana, in via della Consolata, accoglie la mostra «Antiche emozioni. Il passato guarda al futuro», collettiva di antiquariato organizzata dall’Apa-Associazione Piemontese degli Antiquari in collaborazione con l’Ascom (l’associazione di commercianti legata a Confcommercio).
Il progetto prevede che gli antiquari partecipanti arredino e decorino con le loro opere angoli o spazi del piano nobile del palazzo, una delle più belle dimore settecentesche di Torino, realizzata da Gian Giacomo Plantery tra il 1715 e il 1722 e decorata con gli affreschi di Domenico Guidobono.
Tra gli espositori, perlopiù torinesi, Lombardo & Partners di Rivoli (specializzato in tappeti; il titolare Marco Lombardo è il presidente dell’Apa); Laura Rocca del comitato direttivo dell’Associazione, che ha una coppia di prospettive architettoniche (tempere su tela) di Pietro Paltronieri il Mirandolese (1673-1741); la galleria Schreiber (arte orientale), che espone un set da picnic giapponese e una collezione di lacche, sempre giapponesi; la Galleria del Ponte di Stefano Testa, con un dipinto di Ruggeri e due opere di Carol Rama; Secol-Art di Davide Masoero (vicepresidente Apa) che presenta una scrivania genovese lastronata in noce della metà del Settecento; Taher Sabahi; Rita Tuci di Trana (To), che porta una stufa di Monaco di Baviera databile alla transizione tra Barocco e Luigi XVI in porcellana bianca con dorature coeve; Turin Gallery (modernariato); lo specialista di arte cinese Ajassa (che porta una coppia di sculture lignee settecentesche raffiguranti dei Bodhisattva); Tina Biazzi (che ha un tavolino di Emile Gallé a foggia di fiore del 1905 ca, con all’interno un vaso intarsiato in essenze pregiate); Alessandro Macrì (che di Gallé ha invece un bureau de dame del 1903); Il Portico di Pinerolo (To), galleria specializzata in pittura dell’Ottocento; Maurizio Candiani di San Mauro Torinese (antichità archeologiche), che espone una lastra tombale in calcare duro proveniente da Palmira (databile intorno al II-III secolo d.C.) raffigurante un personaggio in vesti romane seduto su un tricline con la figura, non più integra, di un ragazzo dietro di lui. Il pezzo è stato notificato dalla Soprintendenza.

Un set da pic nic giapponese esposto da Schreiber

Il bureau de dame di Gallé (1903) proposto da Alessandro Macrì
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