Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Tommaso Calabro

Image

Tommaso Calabro

Tommaso Calabro moltiplicato per tre

Il gallerista apre sedi a Venezia, Milano e anche nella sua Feltre, «città con grandi potenzialità oltre ad essere bellissima»

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

A sei anni dall’inaugurazione della sua prima galleria nella spettacolare sede meneghina di piazza San Sepolcro, Tommaso Calabro cambia luoghi e rotte. Trentatré anni soltanto, alle spalle un lungo periodo a Londra, prima da Sotheby’suna vera scuola»), poi alla direzione della galleria Nahmad Projects, poi con la sua galleria, quando ha saputo di dover lasciare quel magnifico palazzo nel cuore del capoluogo lombardo («un luogo impagabile, venduto: diventerà un’abitazione privata»), Calabro ha scelto di farsi in tre.

Ha trasferito la sede di Milano in corso Italia 47 ma ha portato la «casa madre» a Venezia, nel Palazzo Donà Brusa in Campo San Polo, prima dimora veneziana della famiglia Donà (un palinsesto di epoche diverse, con il portone del XIV secolo e una cappella affrescata del XV). E ha aggiunto una terza galleria a Feltre, la sua città natale, scegliendo anche qui un palazzo antico, del ’500.

Una decisione a prima vista singolare, la sua, ma non tanto quanto sembrerebbe: «La galleria di Milano resta, ovviamente, ci spiega, perché a livello operativo è la città in cui tutto è facilitato, ma non volevo una brutta copia della galleria di piazza San Sepolcro e non ho trovato nulla di paragonabile. Ho scelto Venezia, anche per viverci una parte dell’anno, perché è una città che attrae una clientela internazionale di alto livello, senza contare che, dopo Pinault e Prada, hanno aperto le nuove fondazioni di Anish Kapoor e di Nicolas Berggruen, che molti collezionisti internazionali hanno preso casa qui e che ci sono galleristi giovani e propositivi, come Michele Barbati. A Venezia mancava una galleria permanente che ponesse il focus sugli artisti che prediligo: principalmente quelli di Alexander Iolas e di Carlo Cardazzo, sui cui (bellissimi) cataloghi mi sono formato».

E Feltre? «Era un’idea che accarezzavo da tempo: Feltre è una città con grandi potenzialità oltre ad essere bellissima. Mi piacerebbe contribuire a un suo rilancio culturale. Qui tratterò solo artisti della mia generazione. Inizierò a maggio, con Aldo Sergio, poi a settembre sarà la volta di Flaminia Veronesi». A Milano, invece è in corso la mostra di Tiger Tateishi (fino al 23 marzo) e ad aprile sarà la volta di William Copley mentre a Venezia, sempre da aprile, Harold Stevenson: tutti artisti della galassia Iolas.
 

Tommaso Calabro

La Galleria Tommaso Calabro a Feltre (Bl)

Ada Masoero, 05 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Il 23 giugno 1965 i quattri membri della celebre band inglese arrivarono alla Stazione Centrale per esibirsi il giorno successivo al Velodromo Vigorelli. Di quel soggiorno restano oltre 500 immagini scattate dai sette migliori fotoreporter dell’agenzia Publifoto, oggi parte dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo

Sono stati 221 (mai così tanti) i luoghi che in questa edizione hanno superato la soglia minima di 2.500 voti

A 400 anni dalla morte di Brueghel il Vecchio, la Pinacoteca milanese celebra il rapporto che l’arcivescovo instaurò con i maestri nordici, nei cui dipinti vedeva un contenuto teologico, con un apposito riallestimento

A Palazzo Citterio l’opera video generativa dell’artista concettuale irlandese, uno dei pionieri della ricerca artistica attraverso l’IA

Tommaso Calabro moltiplicato per tre | Ada Masoero

Tommaso Calabro moltiplicato per tre | Ada Masoero