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Un particolare del Reliquiario di Montalto

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Un particolare del Reliquiario di Montalto

Terminata la «revisione conservativa»: il Reliquiario di Montalto torna «a casa», visibile al pubblico

Capolavoro dell’oreficeria francese, realizzato tra tardo Medioevo e Rinascimento, verrà allestito in una sala appositamente predisposta nel Palazzo Paradisi di Montalto delle Marche. Pochi oggetti al mondo hanno un «pedigree» di provenienze più nobile

Gaspare Melchiorri

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Il 20 dicembre, a partire dalle ore 16, Palazzo Paradisi a Montalto delle Marche (Ap) ospiterà un importante evento culturale, dal titolo «Il Reliquiario di Montalto e i tesori del Museo Sistino». L’appuntamento celebra il simbolico «ritorno a casa» del Reliquiario di Montalto, capolavoro dell’oreficeria francese realizzato a cavallo tra tardo Medioevo e Rinascimento.

Il manufatto, un dono di papa Sisto V Peretti alla sua «patria carissima», Montalto delle Marche, è rimasto per oltre quattrocento anni ed è tuttora conservato dalla Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto e dalla comunità locale. Dopo un importante intervento di revisione conservativa, a cura dei Musei Sistini del Piceno e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sotto l’Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, il reliquiario torna ora ad essere esposto al pubblico. Si tratta di un elaborato reliquiario in oro, argento, smalto e pietre preziose, con una sezione centrale in stile tardogotico francese risalente al 1370, a cui furono aggiunte parti realizzate da orafi italiani del Rinascimento intorno al 1460.

Poche opere di oreficeria possono vantare un «pedigree» di provenienze come il Reliquiario di Montalto: il nucleo originale compare nell’elenco del Tesoro di Carlo V di Francia (1364-1380), cui va presumibilmente attribuita la commissione degli smalti a tutto tondo su oro («en ronde-bosse»); nel 1439 il Reliquiario compare nell’Inventario dell’eredità di Federico IV d’Asburgo, dal 1411 unico duca d’Austria e conte del Tirolo; nel 1450 Leonello d’Este lo acquista dal mercante tedesco Iachomo de Goldemont; nel 1457 compare nell’Inventario dei beni del cardinale veneziano Pietro Barbo, papa dal 1464 al 1471 con il nome di Paolo II.

L’attuale aspetto del Reliquiario di Montalto risale alle modifiche volute da Barbo, che lo inserisce in una struttura monumentale in argento dorato di straordinaria qualità. Nel 1587 papa Sisto V preleva il prezioso oggetto dal Tesoro Vaticano e lo dona alla cittadina di Montalto nelle Marche, dove è tuttora conservato.

Il Reliquiario verrà allestito in una sala appositamente predisposta a Palazzo Paradisi, grazie alla collaborazione tra il Comune di Montalto delle Marche, la Rete Museale Metromuseo dei Borghi di Marca e il Museo Sistino Vescovile di Montalto. L’apertura della nuova sala rappresenta una tappa significativa nel percorso di valorizzazione del patrimonio storico-artistico del territorio. Il progetto di collaborazione consentirà inoltre di arricchire il percorso espositivo di Palazzo Paradisi con altre importanti opere provenienti dal Museo Sistino Vescovile, offrendo una visione ancora più ampia della ricchezza culturale locale.

All’incontro di sabato saranno presenti numerose istituzioni civili e religiose, insieme a esperti di rilievo nazionale del settore storico-artistico. Tra questi, Guido Castelli, commissario straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016; Giorgia Latini, vicepresidentessa della Commissione Cultura della Camera dei Deputati; Francesca Pantaloni, assessora al Bilancio della Regione Marche; Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno e presidente del Consiglio Nazionale Anci; monsignor Giampiero Palmieri, vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto; Daniel Matricardi, sindaco di Montalto delle Marche; Tommaso Strinati, direttore della Rete Museale Metromuseo dei Borghi di Marca; Paola Di Girolami, direttrice dei Musei Sistini del Piceno; Alessandro Biella, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza; e Clarice Innocenti, storica dell’arte ed ex direttrice del Laboratorio di restauro delle Oreficerie dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Il Reliquiario di Montalto (figura intera). Foto: Opificio delle Pietre Dure

Gaspare Melchiorri, 18 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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