Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliA Pertosa (Sa) è terminata la nuova campagna di indagini archeologiche nelle Grotte dell’Angelo, un complesso di cavità carsiche, attraversato dal fiume Tanagro, che si sviluppa nel sottosuolo dei vicini comuni di Auletta e Polla, a 263 m di altitudine. Di queste grotte si conosce la rilevanza paletnologica sin dalla fine dell’Ottocento, quando iniziarono ad essere esplorate da Paolo Carucci, tra il 1896 e il 1898. Le ultime ricerche hanno fatto riemergere testimonianze di circa cinque secoli di storia, tra l’età ellenistica e la prima età romano-imperiale: numerose lucerne in terracotta, molte delle quali decorate e riconducibili alla prima età imperiale, insieme a monete di epoca ellenistica e romana e a piccoli e preziosi ornamenti personali.
La disposizione degli oggetti e la natura dei materiali confermano la circostanza che una parte di cavità presso l’ingresso ha funzionato come luogo di culto frequentato da gruppi locali o di passaggio nel territorio, attratti dal carattere simbolico e particolare dell’ambiente ipogeo.
Sono poi emersi nuovi pali lignei e un battuto databile all’Età del Bronzo finale, relativi a un villaggio palafitticolo protostorico già noto. Questi elementi permettono di completare il quadro complessivo della lunga sequenza di frequentazioni della grotta, un sito che racconta oltre 8mila anni di interazione tra uomo e ambiente sotterraneo. Le nuove scoperte consentiranno di definire con maggiore precisione uno dei periodi più significativi di questa lunga storia.
Per la prima volta, inoltre, il cantiere è stato aperto al mondo della scuola con il progetto di Formazione Scuola Lavoro della Fondazione Mida con Eduiren (Gruppo Iren), dando agli studenti l’opportunità di osservare da vicino la pratica scientifica in una magnifica cornice naturale. L’iniziativa ha integrato i lavori di scavo con le testimonianze della presenza dell’uomo dal Museo del Suolo alle centrali idroelettriche di Iren Energia.
«I risultati di questa campagna, ha dichiarato Maria Rosaria Carfagna, presidente della Fondazione Mida, confermano l’enorme valore scientifico delle Grotte di Pertosa-Auletta e la loro capacità di restituire testimonianze straordinarie a ogni nuova indagine. Lavoriamo in un contesto affascinante ma estremamente complesso: l’ambiente ipogeo, attraversato da un corso d’acqua attivo, richiede strumenti speciali, personale altamente qualificato e uno sforzo organizzativo costante. Proprio per queste ragioni è fondamentale garantire continuità agli scavi, e siamo aperti e felici di accogliere nuovi partner che vorranno unirsi a questo percorso di ricerca e valorizzazione. Un ringraziamento speciale va a Iren, che sostiene con convinzione questo grande impegno a favore della conoscenza e della cultura».
Alle ricerche ha partecipato anche l’Istituto Centrale per l’Archeologia del Ministero della Cultura, offrendo un contributo tecnico-scientifico sull’archeologia in contesti confinati, tema al centro di specifici progetti dell’Istituto finalizzati alla definizione di linee di indirizzo metodologiche per la ricerca in cavità naturali e artificiali.
La campagna rientra nella concessione triennale 2025-27 affidata dal MiC alla Fondazione Mida, in collaborazione con l’Istituto Centrale per l’Archeologia-MiC, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino e il Centro di ricerca speleo-archeologica «Enzo dei Medici», con il sostegno del Gruppo Iren. Le prossime attività proseguiranno con scavi, analisi specialistiche e documentazione scientifica dei reperti.
Altri articoli dell'autore
Il recente rinvenimento è stato effettuato in Valdidentro, tra Livigno e Bormio, nella Valle di Fraele. Le tracce, le prime di questo genere di cui si abbia notizia in Lombardia, risalgono all’epoca del Triassico superiore (210 milioni di anni fa)
L’antica cavea, per quanto consentono di stabilire i resti archeologici, doveva avere all’epoca della sua massima espansione una capienza cospicua, stimata tra gli 8mila e i 10mila spettatori
Era anche filosofo e teorico della fotografia e dell’arte, fisico di formazione. Aveva 89 anni. «Dagli anni Sessanta-Settanta ha portato avanti la democratizzazione del gesto artistico», secondo la Fondazione Fiaf
L’allestimento testimonia quanto i maestri della Murano del XIX secolo abbiano tratto ispirazione da una parte dalle forme e tecniche dei modelli antichi romani e preromani, dall’altra dai soffiati rinascimentali e barocchi



