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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliSotheby’s Parigi si prepara a ospitare una delle più significative aste dell’anno: The Manny Davidson Collection: A Life in Treasures and Benevolence, un evento che si articola in due giorni – il 5 e 6 novembre – e che promette di raccontare, attraverso oltre duecento lotti, la parabola estetica, culturale e umana di uno dei collezionisti più raffinati e generosi del nostro tempo. L’immobiliarista londinese Emanuel Wolfe Davidson, Manny, (5 febbraio 1931 – 12 dicembre 2024) è stato un vero e proprio «custode del bello». Nella sua lunga vita ( è morto a 93 anni) ha costruito un universo privato di opere d’arte che spaziano dai maestri antichi alla grande oreficeria inglese, dai bronzi rinascimentali alla porcellana europea, guidato da una curiosità insaziabile, da uno sguardo colto e mai condizionato dalle mode del momento. E proprio questo sguardo è il filo rosso che attraversa ogni oggetto in vendita: opere scelte, al di là del loro valore materiale, per la loro capacità di evocare una storia, una tecnica, un’emozione.
Una vendita in due atti
La serata inaugurale del 5 novembre si apre con una selezione dei capolavori più emblematici dell’intera raccolta, tra cui spicca lo «Studio di testa di ragazzo» di Sir Peter Paul Rubens, parte di uno studio più ampio di cui una sezione gemella è conservata al Louvre. Il dialogo ideale tra questi due frammenti del genio fiammingo rappresenta l’apice della sezione dedicata ai dipinti antichi. Accanto a Rubens, il «Ritratto di Christian van Vianen» di Thomas de Keyser restituisce la figura di uno degli argentieri più rinomati del Seicento, un soggetto vicino al cuore di Manny, appassionato collezionista di argenteria inglese ed europea. Non è un caso che tra i lotti più attesi vi siano otto candelieri reali tedeschi commissionati per le nozze della principessa Maria-Josepha di Sassonia con il Delfino di Francia nel 1747, e squisiti pezzi di Paul de Lamerie, massimo interprete dell’argenteria rococò inglese. Inoltre spiccano spettacolari opere scultoree, come i tritoni in bronzo dorato ispirati a Bernini, un busto giovanile di Marco Aurelio attribuito a Tullio Lombardo, e una selezione di maioliche italiane e smalti di Limoges, capaci di tessere un dialogo continuo tra secoli diversi. In sottofondo risuonano gli orologi del «Secolo d’Oro» inglese: meraviglie meccaniche di Thomas Tompion, Joseph Knibb, George Graham e il sontuoso orologio automatico di James Cox, un’esplosione di ingegno e ornamento, con cassa tempestata di gemme. A esso fanno eco cofanetti in oro smaltato, piccoli scrigni di lusso del XVIII secolo, tra cui due provenienti dalla collezione del barone Gustave de Rothschild.

La vendita «The Manny Davidson Collection: A Life in Treasures and Benevolence» si svolgerà a Parigi il 5 e il 6 novembre. Courtesy of Sotheby’s
Il gusto come racconto
La seconda giornata, il 6 novembre, si presenta come un’enciclopedica esplorazione delle molteplici passioni di Davidson. Circa 200 lotti che raccontano i suoi interni raffinati, ra Parigi, Monaco e Saint-Paul de Vence, e il suo approccio enciclopedico, ma mai dispersivo, al collezionismo. Spiccano una coppia rarissima di cucchiai degli Apostoli, risalenti all’epoca di Enrico VIII e appartenuti a JP Morgan, e dieci piatti del leggendario servizio commissionato da Caterina la Grande per il conte Orloff. Questi straordinari esempi di arte del metallo si affiancano a dipinti di Tenniers il Giovane, Pellegrini, Courbet, Reynolds e Landseer, ma anche a preziose maioliche di Urbino del Cinquecento, vetri veneziani antichi, porcellane di Meissen e ceramiche di Delft. Tra i pezzi di arredamento, un set di sedie da pranzo di Thomas Chippendale – destinato, con ogni probabilità, al conte di Shelburne, e una panca dorata di William Kent per Wanstead House attestano l’interesse per il design inglese del XVIII secolo, integrato con sensibilità in un contesto di arazzi rinascimentali e bronzi fiorentini.
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