Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Melissa Gronlund
Leggi i suoi articoliLa tanto attesa inaugurazione ufficiale del Grand Egyptian Museum, prevista il 3 luglio, è stata nuovamente rinviata. Sabato scorso, il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly ha annunciato che l’apertura completa del museo avverrà nell’ultimo trimestre di quest’anno, a causa dello scoppio della guerra tra Israele e Iran.
«Alla luce degli attuali sviluppi regionali, è stato deciso di rinviare l’inaugurazione ufficiale del Grand Egyptian Museum», ha dichiarato il ministero del Turismo e delle Antichità in un comunicato. «Una nuova data ... sarà annunciata a tempo debito, dopo il coordinamento con tutte le autorità competenti per garantire l’organizzazione di un evento che rifletta l’importante ruolo dell’Egitto nel panorama culturale e turistico internazionale».
Il museo è già in gran parte aperto, con sezioni come gli studi di conservazione, attivi dal 2010, e il programma contemporaneo, in corso dal 2023. Lo scorso autunno, è stata aperta la maggior parte delle gallerie, compresa la grande scalinata, elemento iconico del museo che occupa una superficie di 81mila metri quadrati. Il Gem ha però rinviato l’apertura delle sale dedicate a Tutankhamon, riservando questa sezione all’inaugurazione ufficiale.
Si tratta dell’ennesimo ritardo per il museo, il cui progetto era stato annunciato per la prima volta nel 1992. Le ragioni sono numerose e vanno dall’instabilità politica alle difficoltà finanziarie, fino alla pandemia di Covid. È opinione diffusa che il museo abbia rinviato l’inaugurazione ufficiale lo scorso autunno a causa della delicata situazione politica nella regione. Essendo confinante con Gaza e il Sudan, l’Egitto è stato gravemente colpito da questi conflitti: secondo i dati governativi, nei primi 19 mesi della guerra civile sono entrati in Egitto circa 1,2 milioni di sudanesi, oltre a migliaia di abitanti di Gaza attraverso il valico di Rafah. Il Paese sta inoltre ancora riprendendosi dalla crisi valutaria del 2022-24, quando il valore della sterlina egiziana è crollato del 75%.
Sebbene l’Egitto non sia coinvolto nel conflitto tra Iran e Israele, il museo ha nuovamente deciso che non è il momento giusto per organizzare una celebrazione.
«Questa decisione deriva anche dalla responsabilità nazionale dell’Egitto e dal suo impegno a presentare un evento globale davvero eccezionale in un’atmosfera degna della grandezza della civiltà egizia e del suo patrimonio unico, e in modo da garantire un’ampia partecipazione internazionale in linea con l’importanza dell’occasione», si legge nella dichiarazione del Ministero.
Questo sentimento sembra riflettersi anche sulla popolazione. Diversi cairoti ed egiziani intervistati si sono detti d’accordo con la decisione del museo e preoccupati per l’escalation delle tensioni.
Altri articoli dell'autore
Tell Al Sayyagh, nel cuore dell’antica città di Kufa, è in pericolo a causa della legge sugli investimenti del Paese applicata, secondo alcuni, in modo improprio
L’istituzione di Salwa Mikdadi, con sede ad Abu Dhabi, sta digitalizzando e catalogando decine di migliaia di documenti e manufatti
La Cuadra San Cristóbal, un complesso alla periferia di Città del Messico, sarà inaugurato a ottobre. Lo scorso mese è stato presentato in anteprima con un progetto di Marina Abramović
Come funziona l’Alleanza internazionale che agisce subito per la protezione urgente del patrimonio nelle aree di conflitto. Ha distribuito ai musei otto milioni di dollari quando la Russia ha invaso l’Ucraina