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«Yellow Girl, San Gimignano» (2010), di Kiki Smith. Foto: Ela Bialkowska, OKNOstudio. © Associazione Arte Continua

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«Yellow Girl, San Gimignano» (2010), di Kiki Smith. Foto: Ela Bialkowska, OKNOstudio. © Associazione Arte Continua

Siti Unesco della Toscana | Il centro storico di San Gimignano

Alla scoperta della «città contemporanea» in compagnia dell’architetto Elena Franzoia

Elena Franzoia

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Non era scontata la nascita a San Gimignano (Si), iconica «Manhattan del Medioevo», meta di un turismo sempre più agguerrito, di realtà capaci di imporsi sulla scena italiana e internazionale nel così differente ambito dell’arte contemporanea. È quanto è successo con l’Associazione culturale non profit Arte Continua, che dal 1990 si è imposta per un impegno nell’arte pubblica volto a portare grandi nomi del panorama internazionale a interagire con luoghi e territori soprattutto della provincia toscana, spesso lontani dalle grandi città.

L’Associazione è ad esempio tra i principali attori del progetto UMoCA (Under Museum of Contemporary Art) di Colle Val d’Elsa, curato dall’artista cinese Cai Guo-Qiang, che ha portato nella piccola città toscana tra 2022 e 2023 artisti come Mario e Marisa Merz o Mimmo Paladino. Ma Arte Continua è anche all’origine di progetti più ambiziosi e visionari come «Arte all’Arte, Le Città del Futuro e AxV=A».

«L’Associazione culturale Arte Continua nasce nel 1990 insieme alla Galleria Continua, entrambe fondate da Maurizio Rigillo, Lorenzo Fiaschi e il sottoscritto, afferma il presidente Mario Cristiani. Nasce con l’intento più allargato di rispondere all’idea di responsabilità sociale e culturale d’impresa. In una città come la nostra, San Gimignano, l’arte si trova nello spazio pubblico ma anche nelle case private. La bellezza è offerta a tutti, senza bisogno di pagare un biglietto. Il nostro obiettivo era portare questo modello a una scala più ampia, in un mondo in cui la facilità di spostarsi era minore di adesso e il turismo culturale appariva orientato solo sul passato.

A Parigi, dove eravamo stati per il bicentenario della Rivoluzione francese, avevamo visto la Piramide di Pei al Louvre e ci era sembrato creasse una bellissima risonanza tra passato e presente. Abbiamo quindi pensato: come mai in Italia siamo stati un punto di riferimento internazionale per generazioni di artisti, intellettuali e viaggiatori e oggi non lo siamo più? Il nome Associazione Arte Continua nasce proprio dal tentativo di ricreare quell’alto livello tramite artisti contemporanei le cui opere siano in grado di “durare” 100, 200 o 300 anni, e capaci così di generare una continuità. Un’azione da svolgere sia a livello privato con l’attività commerciale, allo scopo di ottenere un’indipendenza economica e di scelta, sia a livello non profit per consentire l’interazione con le amministrazioni pubbliche.

L’associazione, infatti, nasce proprio come tentativo di un gruppo di cittadini privati di portare anche nei piccoli centri artisti internazionali come Antony Gormley o Anish Kapoor, creando un’alleanza con la sfera pubblica. Non ci sembrava infatti giusto che lo spazio pubblico venisse considerato più come spazio di nessuno che come spazio di tutti. Abbiamo perciò dedicato grande attenzione anche alla scelta dei curatori, come ad esempio nel progetto decennale “Arte all’Arte”, dando voce alla loro passione e professionalità in modo da invitarli a mettere in gioco le loro relazioni con gli artisti, al di fuori di ogni speculazione, in un territorio più libero, meno condizionato dall’economia e dalla politica. Il nostro obiettivo è infatti stabilire un’“alleanza territoriale” che permetta massima libertà agli artisti, garantendo insieme l’alta qualità spesso tipica del mercato e l’assenza di speculazione propria della sfera pubblica
».
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Le opere di «Arte all’Arte» sono infatti state restituite agli artisti o donate alle città, non vendute ai privati, attivando significative ricadute territoriali in piccoli centri soprattutto del senese come la stessa San Gimignano, Poggibonsi e Colle Val d’Elsa, centri tra i protagonisti anche del progetto «Le Città del Futuro». «Desideravo che grazie all’arte contemporanea di qualità si passasse all’oggi, continua Cristiani. Poggibonsi è una città che è stata bombardata durante la seconda guerra mondiale, quindi in gran parte di costruzione recente. A me piaceva incrociarla con San Gimignano e le due parti di Colle Val d’Elsa, la vecchia e la nuova, fino a Montalcino, con l’idea di guardare le città “da fuori”. Non nel senso delle periferie, ma proprio in aree di distacco tra città e campagna che consentissero di percepire le città come sculture nel paesaggio. Volevamo infatti che bellezza e arte contemporanea spingessero le persone, soprattutto i giovani, a rimanere in queste realtà più piccole senza sentirsi fuori dal mondo.

Del progetto faceva parte anche una guida sui prodotti tipici locali, con chef e gourmet come Davide Paolini o Antonello Colonna, che gratuitamente venivano a stare da noi e potevano incontrare anche quei produttori locali di qualità molto alta a cui dobbiamo il mantenimento del paesaggio agrario. Ci piaceva infatti mettere in contatto la realtà in genere molto urbana degli artisti contemporanei con la dignità di questo mondo contadino, valorizzandolo. L’arte è una specie di filo, che in questo caso si proponeva di creare un forte senso di appartenenza ai luoghi
».

Tra i tanti artisti chiamati a collaborare ai progetti dell’Associazione, come Olafur Eliasson e Tobias Rehberger, Anish Kapoor, Marina Abramovic o Kiki Smith, Cristiani cita con particolare soddisfazione il progetto «Fai spazio, prendi posto» di Antony Gormley, curato a Poggibonsi da Achille Bonito Oliva e James Putman per l’edizione 2004 di «Arte all’Arte». «Gormley ha lavorato sulla mappa psicoaffettiva della città, approfondendo il rapporto con i cittadini. 1.100 persone hanno risposto a un questionario con domande molto personali, come il luogo che consideravano più bello o dove avevano incontrato la persona di cui erano innamorati, rendendosi anche disponibili a posare nudi in modo da ricavare dei calchi, poi trasformati in sculture donate alla città. In un paese di solo 30mila persone, abbiamo ricevuto ben 80 adesioni e coinvolgimenti agli incontri anche di 400 persone, favorevoli o contrarie ma comunque partecipi di un progetto di arte contemporanea, cosa non facile in Italia.

Un altro progetto per me importante è stato “ArtexVino=Acqua” (2003), che nasceva nell’ambito delle proposte annuali indette dall’Onu a difesa delle risorse fondamentali del pianeta. Abbiamo chiesto agli artisti di creare gratuitamente etichette per vini di produttori scelti da Antonello Colonna e siamo riusciti, anche organizzando cene di beneficenza, a donare due milioni di euro per impianti idrici in varie parti del mondo
».

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Elena Franzoia, 02 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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